Tutta Giarratana è in festa. Domani, infatti, si celebra San Giuseppe. E’ l’appuntamento celebrativo di fine estate dedicato al patriarca, il secondo che, come da tradizione, si tiene ogni anno anche se, in questo 2020, gli eventi di marzo, essendo caduti nel pieno del periodo pandemico, sono saltati.
Domani, alle 8, sarà il suono festoso delle campane della chiesa Madre ad annunciare il giorno di festa. Alle 8,30 ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta dal parroco, il sacerdote Mariusz Jozef Starczewksi. Alle 9,30, il corpo bandistico “Vincenzo Bellini” città di Giarratana girerà per le vie del paese. Alle 11, la solenne concelebrazione eucaristica sarà presieduta da padre Graziano Martorana, parroco di San Nicola e rettore del santuario della Madonna di Chiaramonte Gulfi. La funzione sarà animata dalla corale parrocchiale. Alle 16,30, si terrà la santa messa per i bambini del catechismo presieduta da padre Marco Fiore mentre alle 17 ci sarà il giro del corpo bandistico “Vincenzo Bellini” Città di Giarratana che annuncerà l’apertura della tradizionale “cena”. Dalle 17 alle 19,30, in occasione della tradizionale “Cena”, sarà effettuata una raccolta di beni durevoli di prima necessità da destinare alle persone bisognose del centro montano ibleo. Alle 20 è fissata la celebrazione eucaristica presieduta da padre Giovanni Giaquinta e animata dalla corale parrocchiale. Alle 21,30, quindi, la riposizione del simulacro del patriarca San Giuseppe nella cappella dell’altare maggiore. Le operazioni saranno effettuate a porte chiuse secondo quanto disposto dalla Diocesi di Ragusa. Gli appuntamenti delle 11 e delle 20 saranno trasmessi in diretta Facebook sulla pagina “San Giuseppe Giarratana”.
Ieri pomeriggio, nel corso di una conferenza tenutasi in parrocchia, è stato illustrato con la massima attenzione il progetto di riordino, organizzazione e digitalizzazione dell’archivio storico parrocchiale. “Se non abbiamo memoria della realtà da cui veniamo – ha detto padre Starczewski citando San Giovanni Paolo II – di quali sono le nostre radici, di cosa hanno costruito i nostri padri, allora non possiamo parlare di loro”. Era presente padre Giuseppe Antoci, direttore dell’ufficio diocesano per i Beni culturali, il quale ha sottolineato che si tratta di un “momento importante, di un primo passo per ritrovare l’identità e la memoria delle nostre radici”. Sono stati Pino Lia, Orazio Linguanti e Angelo Micieli a scendere più nel dettaglio dell’attività che stanno svolgendo, sottolineando come siano stati ritrovati documenti di ogni tipo, alcuni che neppure si poteva immaginare in un archivio parrocchiale, citando alcuni esempi, come quello del giarratanese che nel marzo del 1693, quindi due mesi dopo il terremoto che distrusse il Val di Noto e in cui aveva perso la vita la moglie, prende in sposa una donna di Palazzolo anche per la necessità che aveva che la stessa potesse badare ai suoi figli. Il lavoro, tuttora in fase di svolgimento, è coordinato e supervisionato dal prof. Nunzio Lauretta, già docente di Storia contemporanea all’Università di Palermo e di Enna.