L’aeroporto che verrà (Covid permettendo) secondo Dibennardo

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Ripercussioni della grave crisi sanitaria sul futuro dell’aeroporto di Comiso, ‘vicenda TayaranJet, continuità territoriale. Ne abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Soaco, Rosario Dibennardo.

In questi giorni non si è parlato quasi d’altro, riguardo all’aeroporto di Comiso, quindi la domanda è doverosa: ci aiuta a fare chiarezza sulla vicenda Tayaranjet e sui rapporti di questa compagnia con Soaco, alla luce dell’improvviso abbandono della rotta per Bologna?

Com’è noto, Tayaranjet ha deciso nei mesi scorsi di avviare un progetto per collegare la Sicilia a Bologna e ha fatto per questo un accordo con i tre aeroporti siciliani di Palermo, Catania e Comiso. Dal nostro punto di vista, quando una compagnia che ha tutti i requisiti per farlo – a cominciare da una valida certificazione COA –, ci propone di investire sull’aeroporto, mettendo in gioco il proprio rischio di impresa, Soaco può solo essere ben lieta di accoglierla.

Peraltro quella su Bologna era una tratta attesa da anni.

Ma alla fine di agosto il vettore ci ha trasmesso una comunicazione relativa alla sospensione degli ultimi voli della stagione estiva, dal momento che non c’era un adeguato numero di prenotazioni.

Avremmo sperato che Tayaranjet potesse insistere, anche in attesa di una ripresa autunnale, ma se per questo territorio, in questo particolarissimo momento storico condizionato dall’emergenza Covid, questa rotta non può rivelarsi strategica come lo sarebbe stata in altri periodi, non ci sono certo colpevoli da cercare.

È di questi giorni la notizia che Tayaranjet ha partecipato anche alla gara per la continuità territoriale. Anche sui social si sono diffuse preoccupazioni circa la ‘solidità’ di tale compagnia. In questo senso, Soaco quali strumenti può adottare per un controllo dei requisiti?

Com’è noto quello per la continuità territoriale è un Bando europeo che è stato pubblicato da Enac, su un progetto elaborato in conferenza di servizi ai cui lavori hanno partecipato il Ministero delle Infrastrutture, la Regione Sicilia, il Comune di Comiso e la Soaco. L’aeroporto di Comiso sarà il destinatario dei servizi aerei di linea che verranno attivati in conformità agli oneri di servizio pubblico, ma la Soaco non può intervenire sulla gara. Vorrei però rassicurare tutti su un aspetto cruciale: Enac è l’ente che ha il compito di vigilare su tutti gli aeroporti e su tutti i vettori, è in possesso di ogni informazione su ogni eventuale problematica riguardante le compagnie aeree, e non potrebbe esserci garante migliore. La settimana prossima verranno aperte le buste e vedremo quale sarà l’esito.

Se le prenotazioni dei voli per Bologna sono state così poche, ci dice qual è la situazione delle altre rotte attualmente attive? Quali sono stati i numeri di quest’estate?

In generale non possiamo che dirci soddisfatti per via del fatto che l’occupazione media dei voli ha superato il 70% su tutte le prime sei tratte subito riattivate su Comiso, quelle di Ryanair su Milano Malpensa, Pisa, Bruxelles e Francoforte e quelle dei charter Transavia ed AirFrance per Parigi Orly e Lione-Marsiglia). Certamente parliamo di numeri fortemente al di sotto di quella che era la media antecedente al periodo Covid, soprattutto nel periodo estivo, ma se teniamo conto della generale drastica riduzione della mobilità causata dalla pandemia, vediamo che si tratta di ottimi dati.

 

A tal proposito può offrirne ai nostri lettori un’analisi più articolata, se ha anche numeri relativi al contesto generale del trasporto aereo?

La consapevolezza di ciò che sta accadendo a causa del Covid in tutta Italia e in tutta Europa, dove anche le più grosse compagnie aeree nei più grossi aeroporti navigano a vista e riprogrammano voli e tratte di settimana in settimana, mi rende ancor più stupito di più di fronte a certe polemiche.

I numeri di Enac relativi al trasporto aereo nell’estate 2020 sono al dir poco angoscianti: basti pensare che la percentuale di operatività di grandi hub come l’aeroporto di Fiumicino e Milano a luglio era rispettivamente al -78% e al -70%. Allo stesso modo tutte le compagnie europee, da Lufthansa a Wizzair, hanno tagliato fino al 40% dei voli e continuano a modificare i propri schedule in tutti gli aeroporti.

La stessa Ryanair è ripartita con poco più della metà della flotta e in questo senso dovremmo considerare tutti più che positivo il fatto che abbia sin dal primo giorno riconfermato tutte le tratte su Comiso, confermando il proprio interesse strategico per il nostro aeroporto.

 

Non si può tuttavia nascondere che in questi anni l’aeroporto di Comiso ha fatto fatica a trovare la direzione di un proprio piano di effettivo rilancio e, per quanto la straordinaria situazione dettata dal Covid-19 non fosse certo prevedibile, le penalizzazioni che ne derivano non fanno altro che alimentare la disillusione rispetto al fatto che l’aeroporto degli iblei possa avere un futuro stabile: realisticamente lei come vede il futuro, partendo da queste premesse?

Che in questo momento la crisi del settore sia drammatica a livello mondiale è chiaro a tutti e dobbiamo essere prudenti e realistici, sforzandoci – come stiamo facendo – anche di ridurre i costi. Ma devo ricordare che fino al 2016 l’aeroporto di Comiso aveva avuto un percorso di crescita lineare, raggiungendo in quell’anno il record di 460 mila passeggeri (primo aeroporto in Italia come percentuale di incremento). Poi c’è stato un periodo di stasi, in cui comunque si è cercato di salvaguardare la società di gestione.

Oggi non posso non considerare un punto di svolta decisivo la scelta di Sac di ricapitalizzare Soaco, che è stata disposta anche ad anticipare temporaneamente la quota del Comune di Comiso, innanzitutto grazie al fatto che nel socio di maggioranza di Sac, ovvero la Camera di Commercio del sud-est, lo zoccolo ragusano è ben rappresentato e crede fermamente nel futuro di questo aeroporto. Per me la direzione futura dell’aeroporto di Comiso riparte chiaramente da qui e dal piano industriale approvato dai soci per il rilancio.

 

A tal proposito, rispetto ai progetti presentati al momento del suo ritorno alla Soaco come AD, quali pensa che sarà possibile effettivamente portare avanti e quali invece dovranno necessariamente essere modificati alla luce della situazione attuale?

Gli accordi che eravamo riusciti a concludere in pochi mesi, prima del lockdown, ci facevano prospettare una stagione straordinaria. Ryanair stessa aveva ripristinato le rotte su Roma e Londra e aumentato le rotazioni delle rotte esistenti, con Easyjet eravamo pronti a presentare le rotte per Berlino e per Malpensa, con Blue Air avevamo già schedulato quella per Torino.

Ora è chiaro che le compagnie hanno optato per una politica che punta innanzitutto a consolidare le rotte esistenti, prima di aprire le nuove, ma confidiamo che nei prossimi mesi possa esserci una ripresa del settore che ci consenta di tornare ad aprire interlocuzioni commercialmente valide.

Tutto, è chiaro, dipenderà dall’evoluzione della situazione sanitaria legata alla diffusione del Covid: gli studi di settore dicono chiaramente che già nella condizione attuale per una piena ripresa saranno necessari almeno tre anni. Noi cercheremo di accorciare i tempi che ci riguardano, ma ribadisco nuovamente che non possiamo non tenere il contesto sempre ben presente.

E a questo scopo mi preme ricordare quanto sarebbe importante che il territorio si dimostrasse coeso. Ogni aeroporto, infatti, è innanzitutto un aeroporto del territorio e per il territorio, invece talvolta – e le polemiche di questi giorni lo dimostrano – ho la sensazione che qualcuno non aspetti altro che ogni buon pretesto per sparare a zero contro questa struttura e le sue prospettive di sviluppo: tutti coloro che lo fanno forse non si rendono conto del danno che producono, se è vero com’è vero – e ne abbiamo testimonianze quotidiane – che le stesse compagnie aeree prima di investire studiano la qualità del sistema che a livello locale si esprime e si muove a supporto dell’aeroporto.

 

Veniamo all’argomento più importante: la continuità territoriale. Alcuni esperti hanno tentato di minimizzare la portata di questa opportunità, ma non si può negare che il territorio chieda da tempo la possibilità di accedere ai voli per Milano e Roma a prezzi ragionevoli. Stavolta possiamo contarci davvero? E in tal caso le chiediamo: da un lato quali sono le ricadute che immagina per il territorio e dall’altro in che modo questo inciderà suo ruolo dell’aeroporto?

Mi fa davvero sorridere leggere il parere degli pseudo-specialisti che pur di fare i signor-no minimizzano anche iniziative di portata letteralmente storica come l’introduzione della continuità territoriale. Da quanti anni ci ripetiamo l’importanza di collegare Comiso a Roma e Milano in giornata e per di più a tariffe agevolate? E adesso che questa opportunità si configura come una realtà imminente, persino su questo qualcuno vuol far polemica dicendo che non ci saranno vantaggi per il territorio e per l’aeroporto?

La continuità territoriale offrirà ai cittadini di tutta la Sicilia, intanto di sicuro per i prossimi tre anni, la possibilità di viaggiare a 38 euro a/r su Roma e a 50 euro a/r su Milano.

Questa è innanzitutto una straordinaria opportunità proprio per il territorio, per i suoi cittadini e per il suo sistema economico, dato che tutti potranno utilizzare il nostro scalo per ogni tipo di esigenza personale e professionale a prezzi contenuti.

Ed è anche un’opportunità per l’aeroporto: il lavoro che abbiamo iniziato già da diverse settimane è ora quello di rafforzare i collegamenti con molte aree, non solo del sud est siciliano, per fare veramente dell’aeroporto di Comiso un punto di riferimento per tutti i viaggiatori.

Tra gli aspetti che continuano a suscitare una certa diffidenza dei cittadini sull’effettivo progetto di sviluppo dell’aeroporto, c’è il ruolo preponderante della SAC, la società di gestione dell’aeroporto di Catania, che probabilmente sarà sempre più rilevante nella gestione dello scalo di Comiso. Lei stesso ne è espressione. Quali sono, se ci sono, i benefici che potrebbero derivarne, fugando questa diffidenza?

Come ho già detto prima, la SAC ha scelto prima di acquisire totalmente le quote di Intersac e poi di ricapitalizzare la Soaco creando in questo modo l’unica condizione possibile per salvare l’aeroporto di Comiso. Questo soltanto basterebbe a fugare ogni dubbio rispetto al fatto che l’interesse del management dell’aeroporto di Catania sia quello di investire ancora su Comiso affinché cresca, non certo affinché arranchi o vada a morire.

Il progetto per il futuro è chiaro: andare verso la costituzione formale della rete aeroportuale Catania-Comiso, consolidando il polo dei trasporti che coprirà tutta la Sicilia orientale. È su questo progetto che stiamo lavorando, anche grazie al nuovo accountable manager di Sac che ha al riguardo un’esperienza specifica. La costituzione di questa rete è ciò che nel futuro davvero farà la differenza, permettendoci di rafforzare questa sinergia non solo dal punto di vista economico ma innanzitutto dal punto di vista della forza commerciale nella relazione con le compagnie aeree per l’attivazione di un maggior numero di rotte.

In definitiva, come immagina l’aeroporto di Comiso tra cinque anni?

Quello che immagino – nei tempi e nei modi compatibili con l’attuale situazione di emergenza – è la messa a sistema di questa rete tra Comiso e Catania, con una società di gestione che, nel rispetto dei vari territori, riesca a specializzare i due aeroporti con finalità diversificate, ma ponendosi come interlocutore unitario sul mercato del trasporto aereo, garantendo tariffe uniche a fronte di opportunità molteplici. Sin da ora il nostro interesse è anche quello di sollecitare le istituzioni affinché si potenzino le infrastrutture viarie, affinché i due aeroporti possano essere collegati al meglio e in poco tempo.