Di seguito riportiamo integralmente il comunicato stampa trasmesso da Alleanza Popolare Ecologica.
“Una nostra volontaria qualche giorno fa aveva presentato una denuncia presso le forze dell’ordine per pesca illegale nel Demanio Forestale di Randello, area naturale protetta. Successivamente la donna era riuscita a fare installare delle telecamere per produrre delle prove concrete contro dei pescatori immigrati abusivi, da cui è nata una contesa aspra e violenta a parole. Questa mattina l’animalista ha trovato davanti casa, a punta Braccetto, il cane randagio che seguiva da quattro anni morto. Dai primi accertamenti sul corpo è emerso che l’animale è stato seviziato con una fiocina e bruciate varie parti del corpo fino a causarne la morte”. Lo affermano in una nota congiunta Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista (Ape) e Ilaria Fagotto, presidente della Lega Antispecista Italiana (Lai). “Siamo atterriti – spiegano – per un’azione tanto efferata. Abbiamo chiesto e ottenuto dai Carabinieri del luogo il sequestro della carcassa che sarà inviata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia a Ragusa per un esame autoptico. Auspichiamo che in sede processuale i responsabili di questa infamia paghino per la loro azione criminosa. Le tutele degli animali d’affezione vanno garantite e lo si fa applicando le leggi. Innanzitutto, quella sul randagismo, sul rispetto delle ordinanze Ministeriali sui cani vaganti, anche di proprietà, lasciati in stato di semiabbandono e non sterilizzati, e sulle responsabilità locali e personali”. “Sollecitiamo le istituzioni e la politica – concludono – a inasprire con urgenza le pene per chi maltratta e uccide gli animali. Ricordiamo che il punto 22 del programma dell’attuale Governo prevede di ‘rafforzare la normativa per tutelare gli animali, contrastando ogni forma di violenza e di maltrattamento nei loro confronti’. Pertanto chiediamo al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, di far approvare al prossimo Consiglio dei Ministri il DDL S. 1078 a firma del senatore Gianluca Perilli (M5s), oppure sbloccare il PDL n. 847 dell’on. Patrizia Prestipino (Pd)”.