Celebrazione funerali, il decreto del vescovo di Ragusa

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Il vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cuttitta, con un proprio decreto, ha emanato le disposizioni per la celebrazione dei funerali dal prossimo 4 maggio. Preso atto delle nuove disposizioni emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e vista la nota complementare del Segretario della Cei, monsignor Cuttitta ha subordinato la celebrazione delle esequie nelle chiese parrocchiali all’adempimento di prescrizioni da considerarsi «tassative e inderogabili». Tra queste la partecipazione al rito dei soli congiunti, sino a un massimo consentito di 15 persone; il trasporto direttamente in chiesa del feretro senza cortei o assembramenti; la misurazione della temperatura ai partecipanti con un termo scanner al momento dell’accesso in chiesa; la regolare santificazione, igienizzazione e aerazione della chiesa; l’informazione ai fedeli sulle informazioni di sicurezza. Il vescovo invita, inoltre, a prendere in considerazione, laddove sia possibile, la celebrazione delle esequie all’aperto in spazi contigui alla chiesa. Saranno da evitare contatti fisici, come ad esempio al momento dello scambio della pace. La Comunione sarà distribuita dal celebrante o da un diacono ai posti dove i fedeli assistono al rito. Il sacerdote, al momento della distribuzione della Comunione dovrà indossare una mascherina e aver disinfettato le mani. Tutti i partecipanti al rito dovranno indossare le mascherine e mantenere le distanze minime di sicurezza. «L’emanazione di queste norme, per quanto stringenti, è il primo passo – afferma nel decreto monsignor Cuttitta – verso una ripresa della vita celebrativa nelle nostre comunità. Non è superfluo, di conseguenza, ribadire quanto sia importante, in questa fase di convivenza con il virus, un atteggiamento di attenta e docile responsabilità da parte di tutti i fedeli, sia chierici che laici. La puntuale osservanza di queste disposizioni consentirà alla comunità diocesana, da un lato, di non correre il rischio di vanificare il grande sforzo fin qui compiuto e, dall’altro, di prepararsi al meglio per gestire, con ordine e sicurezza, il momento in cui sarà di nuovo possibile raccogliersi in chiesa per riprendere il ritmo della vita sacramentale celebrativa».