Il sindaco di Ragusa Peppe Cassì ha voluto cogliere l’occasione della Festività del 25 aprile per inviare ai propri concittadini una lettera aperta. Un messaggio che è il frutto di una riflessione che vuole condividere con la sua gente a cui rivolge l’invito a non abbassare la guardia di fronte al “Coronavirus”, un pericoloso nemico invisibile contro il quale Ragusa è riuscita a dare una grande risposta con grande senso di responsabilità rispettando le misure necessarie per combatterlo. Il sindaco Cassì inoltre sente il bisogno di ringraziare quanti si sono adoperati senza risparmio di energie, come medici, infermieri, operatori sanitari, polizia municipale, forze dell’ordine, volontari, donatori, uffici pubblici, per fronteggiare l’emergenza sanitaria e per dare una mano di aiuto a chi ha avuto bisogno di aiuto.
Riportiamo di seguito la lettera aperta del sindaco Cassì
“Qualche settimana fa nutrivo una speranza: che le ricorrenze del 25 aprile e del 1°maggio che ci apprestiamo a vivere fossero per il nostro Paese di nuovo un momento lieto, simbolo di liberazione. Non sarà così, non ancora: il tempo di scendere in strada a gioire non è ancora giunto. E la buona notizia che aspettiamo non avrà nemmeno le sembianze di un’euforia collettiva. Sarà lenta e graduale. La lotta contro il virus non è una guerra, ma il modo come tutti noi la stiamo affrontando ricalca i valori di unione, spirito di sacrificio, tenacia, responsabilità e orgoglio che i nostri padri e i nostri nonni dimostrarono molti anni fa. Oggi che proprio la loro generazione è la più soffocata da questo male tanto grande quanto invisibile, tutti noi stiamo provando a difenderla applicando quegli stessi valori; compattandoci e rinunciando a qualcosa, piccolo o grande che sia. È così che l’Italia sta finalmente e caparbiamente curvando l’ascesa dei contagi; così che Ragusa sta riuscendo a mantenere sotto controllo l’infezione, a differenza di quel che succede in altre parti del mondo. Insieme abbiamo dato una risposta straordinaria. Non è stato facile, non lo è adesso e qualcuno cade ancora nella tentazione dell’individualismo provando a fare il “furbo”: il virus non ha moltiplicato uomini e mezzi a disposizione, ma ogni agente di Polizia Municipale e ogni operatore di Protezione civile disponibile sono costantemente impiegati in controlli, con il monitoraggio delle targhe attivo in questo weekend. Lasciatemi dire però che da sindaco, da ragusano, io resto orgoglioso di quello che stiamo facendo. Non possiamo ancora parlare al passato: il pericolo è tutt’altro che scampato, il nostro impegno nient’affatto concluso. Quelli che stiamo vivendo e quelli che verranno sono giorni pericolosi e difficili. Resta alto, infatti, il rischio di disperdere i risultati invidiabili che abbiamo conseguito a causa di un’avventata sete di libertà ancora impossibile da soddisfare o di una crescente ritrosia alle regole. Gettare via tutto il buono di cui siamo stati capaci sarebbe da incoscienti. Al tempo stesso emerge già, evidente, una crisi economica dirompente. Ancor prima che Stato e Regione annunciassero aiuti e finanziamenti dedicati, questo Comune ha deciso di fare la propria parte e l’ha fatto insieme a voi. Operatori di servizi sociali e Protezione civile, epicentro della nostra rete di solidarietà diffusa insieme alla Caritas diocesana, hanno trovato da subito il supporto convinto di volontari e donatori, espressione di una comunità generosa che non ha perso un secondo nel rispondere alla nostra chiamata all’impegno civile. Ragusa ha donato più di quanto città più grandi della nostra siano state capaci di fare, aiutandoci così a rispondere a bisogni che non sono solo alimentari. Sono diversi gli ostacoli in cui può inciampare una famiglia in difficoltà, e sostenere nei limiti del possibile l’economia e le imprese in questi difficili momenti è un preciso dovere di ogni Amministrazione. Un impegno che mi sento e ci sentiamo di assumere: non guardiamo e non guarderemo orologio o fatica, nessuno sarà lasciato indietro. Ci saranno difficoltà e ritardi, faremo degli errori, ma posso garantirvi che la grande macchina amministrativa che rappresento, fatta in gran parte di donne e di uomini per bene, metterà tutto l’impegno e la dedizione possibili, agirà con serietà e scrupolo, con trasparenza e abnegazione. Voglio allora rivolgere un grazie, sentito, a medici, infermieri ed operatori sanitari, i più esposti in questi momenti, alla nostra polizia municipale e a tutte le forze dell’ordine, ai volontari, ai donatori, agli uffici in prima linea, e anche a chi è in difficoltà e chiede aiuto. Questa crisi ha forme nuove: spesso colpisce, improvvisa e virulenta, chi non ha mai avuto bisogno di chiedere nulla. Lavoratori stagionali e occasionali, anziani soli, ma anche commercianti e piccoli imprenditori che oggi faticano terribilmente anche ad immaginare una prospettiva futura. Nessuno ha colpe per ciò che sta accadendo. Non deve esserci pudore o imbarazzo nel chiedere una mano. La grandezza di una comunità si misura anche e soprattutto dalla capacità di chi ne fa parte di sostenersi e di aiutarsi reciprocamente nei momenti di difficoltà. Giorni difficili, dicevamo, ma anche scenari di ripartenza. Abbiamo davanti a noi l’occasione di pensare una vita nuova, un modo diverso di relazionarci tra noi e con il mondo, la chance di trasformare gli ostacoli e le limitazioni in opportunità. Per quanto questo virus possa essere caparbio, noi lo siamo di più. Insieme ce la faremo”.