“Restiamo a casa, va bene. Ma chi una casa non ce l’ha? Ieri il nostro servizio per le gravi marginalità ha accolto un giovane senza dimora, garantendogli la sicurezza e la dignità di un luogo in cui abitare”.
È quanto riporta la Caritas diocesana di Ragusa, in un post in cui spiega:
“Purtroppo, come denunciato da fio.PSD in Italia vi sono più di 55.000 persone senza dimora, persone che vivono per strada, in alloggi precari e insicuri, in promiscuità e in condizioni igieniche precarie se non del tutto assenti. In questo periodo di emergenza “coronavirus” i loro problemi vengono accentuati dalla solitudine, dalle chiusura o limitazione di servizi essenziali (pasti caldi, mense al coperto, docce, centri di ascolto), dalla carenza di informazioni e di strumenti per prevenire la diffusione della pandemia.
A queste condizioni è per loro impossibile, e non per colpa loro, rispettare le indicazioni dei Dpcm e delle ordinanze regionali. Non possono restare a casa perché non hanno una casa.
A questa difficoltà purtroppo, in varie parti d’Italia, si è aggiunta anche l’umiliazione della multa o della denuncia che si rivela un atto inutile e disumano”.
Anche a Ragusa ci sono diversi uomini e donne senza dimora e in grave disagio abitativo. Il servizio Caritas, unico nella città a occuparsi specificatamente di loro, anche in piena emergenza, è disponibile a incontrare gli homeless del territorio per valutare l’orientamento. Purtroppo, al momento, le 14 persone accolte esauriscono i posti letto messi a disposizione dalla diocesi e dalla Chiesa di San Michele.
L’operatrice del servizio Adriana Cannizzaro si sofferma anche sul non sempre facile percorso che porta all’accoglienza dei senza dimora alla Caritas: “Desideriamo dire grazie di cuore alle persone che sono state accanto al ragazzo mentre lui dormiva in strada e che ci sono state di grande aiuto per alcune fasi dell’accoglienza e continuano a svolgere un grande ruolo di mediazione. E un grazie agli altri coinquilini della casa che, in una logica di mutuo aiuto e di supporto tra pari, rendono possibile la presa in carico di situazioni anche molto difficili”.