L’emergenza legata alla diffusione del COVID-19 oltre che sanitaria, sta diventando sempre più sociale. Colpisce soprattutto chi già viveva condizioni di difficoltà o di fragilità, creando nuove situazioni di povertà.
E nell’emergenza c’è sempre chi sta peggio di altri. Sono sempre di più le persone che bussano alle porte della Caritas per chiedere anche solo un sacchetto della spesa.
Uomini, donne, bambini che non riescono neppure ad avere un pasto al giorno. Una situazione drammatica, e siamo solo ai primi giorni dello stop.
“In questi giorni – spiega la Caritas – stiamo affrontando problematiche nuove che riguardano persone che fino a pochi giorni fa lavoravano in maniera precaria presso privati o pubblici esercizi e che oggi sono particolarmente colpite dalla sospensione delle attività, rimanendo senza un reddito. A causa di questo blocco registriamo un aumento dei bisogni primari, soprattutto per coloro che non hanno possibilità di lavoro continuative. L’emergenza, quindi, per queste famiglie non sarà momentanea, ma continuerà nel prossimo periodo col rischio di lasciare centinaia di persone indietro”.
La Caritas, che pure offre già numerosi servizi, adesso lancia un appello, perché le richieste sono aumentate a dismisura e, da parte del governo nazionale, se già deboli sono le risposte per chi ha un contratto di lavoro o per le partita Ive, sono totalmente assenti per chi vive già da tempo una situazione di fragilità, senza tutele.
“In questi giorni – spiega la Caritas – abbiamo dovuto sospendere qualche servizio, ma abbiamo contestualmente provveduto ad attivare lì dove possibile servizi domiciliari per la distribuzione di buoni spesa ed è a disposizione di tutti una linea telefonica (0932/646424), una mail ([email protected]) e la pagina Facebook Caritas diocesana di Ragusa per rispondere alle emergenze. Abbiamo continuato a dare supporto alle persone senza dimora impossibilitate a seguire le direttive del Governo sull’isolamento e accogliendo alcune di esse presso i nostri alloggi e fornendo ad alcuni di esse il cellulare che consente di mantenere dei collegamenti a distanza o di segnalare eventuali complicazioni sanitarie”.
Vengono garantiti anche servizi per minori e per persone più fragili.
Ma le telefonate per segnalare la presenza di persone in stato di assoluta indigenza sono continue, per questo la “diocesi rinnova l’appello a tutti alla solidarietà concreta invitando a sostenere le iniziative e gli interventi mirati della Caritas locale in favore delle persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie”.
Non è possibile raccogliere materialmente abiti o derrate alimentari, per via delle attuali restrizioni. Per questo la diocesi chiede a chi vuol dare una mano, anche qualche euro, di farlo attraverso il conto corrente intestato a Diocesi di Ragusa Caritas IBAN: IT45Y0521617001000005801675 Banca Credito Valtellinese S.p.A. Sede di Ragusa (Via Archimede) causale: contributo EMERGENZA COVID-19.
Quelle somme serviranno per buoni spesa e per l’acquisto di medicinali e quant’altro di prima necessità che gli operatori della Caritas, mettendo in atto tutte le cautele possibili, consegneranno a chi ne ha bisogno.