Una pizza a Ragusa? Costa più che a Torino

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Il caffè a Ragusa costa in media 0,88 centesimi, di meno rispetto all’1,01 euro di Milano, di più rispetto allo 0,80 di Catanzaro. Il prezzo del cappuccino, invece, si attesta in media su 1,50 euro, di più rispetto all’1,22 di Terni, di meno rispetto all’1,66 di Bolzano. E, ancora, il prezzo del panino al bar è in media di 3,50 euro mentre a Siena lo si trova a 2,37 e a Lecco addirittura 4,96. Infine, il prezzo del pasto in pizzeria ammonta in media a 10,15 euro contro i 9,50 di Torino e gli 11,48 di Forlì. Sono alcune delle cifre, rilevate dall’osservatorio prezzi su dati Istat, che fanno parte del rapporto annuale sulla ristorazione redatto dalla Fipe per il 2019. “I prezzi di punta dei servizi di ristorazione – commenta il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – possono offrire una panoramica del diverso livello di costo del servizio da nord a sud della penisola. I prezzi medi rilevati nei capoluoghi di provincia che rientrano nel piano di rilevazione dei prezzi al consumo fanno emergere come la nostra città capoluogo continui a marciare lungo la terra di mezzo. Sono cifre interessanti che monitorano tra l’altro l’andamento del comparto in un periodo molto delicato”.

Quale questo andamento? “Abbiamo notato – sottolinea Manenti – come, nel terzo trimestre del 2019, sia calata la fiducia delle imprese. I giudizi sulla dinamica del fatturato dell’intero settore presentano un saldo negativo di oltre 10 punti percentuali. Più contenuto, ma sempre negativo, il saldo sulle performance delle singole imprese (-9,2%). Nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente il saldo delle risposte scende di 21,9 punti percentuali a livello di singola azienda e di 5,5 punti percentuali a livello di intero comparto. Il clima di minor fiducia non sembra riflettersi sui listini. I costi di approvvigionamento e di vendita vengono dati in flessione rispetto ad un anno fa. Nonostante le valutazioni sulle perfomances del fatturato non siano positive, quelle sulla clientela vengono segnalate in miglioramento rispetto a quanto rilevato un anno fa. Una dinamica contraddittoria che potrebbe trovare una spiegazione nella contrazione della spesa pro-capite. Inoltre, occorre sottolineare come le valutazioni sulla dinamica dell’occupazione risultino inferiori di circa 8 punti percentuali rispetto ad un anno fa. Le aspettative per l’ultimo trimestre del 2019 evidenziano un pesante clima di incertezza, in particolare riguardo alle performance economiche aziendali e all’occupazione. In sintesi, nel terzo trimestre del 2019 il clima di fiducia peggiora decisamente rispetto ad un anno prima a conferma di un quadro caratterizzato da forte incertezza”.