“Pensavamo che il primo cittadino di Ragusa possedesse il senso della misura, anche perché, per la sua professione, ben conosce quel principio costituzionale e di buon senso che impone a chi giudica di accertare i fatti permettendo al presunto colpevole di difendersi. Invece in questa storia, tutta da decifrare, soprattutto sotto l’aspetto politico, l’avv. Peppe Cassì non ha indugiato un minuto a sferrare nei confronti di qualche dipendente dell’ufficio Tributi un attacco mediatico. Ha così buttato fango in modo generalizzato su alcuni dipendenti che pare abbiano ricevuto in ufficio, al di fuori dell’orario di ricevimento, alcuni politici che in passato ricoprivano incarichi pubblici. In linea di principio, tra l’altro, non si comprende quale grave violazione di natura disciplinare potrebbe essere contestata a questi dipendenti”.
E’ il tenore dell’intervento del segretario generale della Cisl Fp Ragusa Siracusa, Daniele Passanisi, e del segretario territoriale, Antonio Nicosia, a proposito della denuncia pubblica fatta dal primo cittadino su presunti favoritismi di cui sarebbero protagoniste alcune unità di personale di quegli uffici di palazzo dell’Aquila aperti al pubblico. “Non si comprende tanta veemenza – aggiungono Passanisi e Nicosia – per un fatto del genere, salvo che la questione non si riconduca alla contrapposizione politica. Se ciò fosse, è stata portata avanti questa linea di condotta senza tenere conto, da parte del primo cittadino, che a pagare il prezzo maggiore, in termini d’immagine, sono i dipendenti tutti e nello specifico quelli che per l’ufficio ricoperto quotidianamente affrontano decine di cittadini già sul piede di guerra e che non lesinano anche minacce. Speriamo comunque che il sindaco di Ragusa, persona finora dimostratasi prudente, non abbia messo in atto un’azione del genere, improvvisata almeno nella tempistica, per “domare” in qualche misura il personale dei Tributi che da mesi porta avanti con stile e senza colpi di coda una sacrosanta azione per ottenere locali più idonei al lavoro che svolgono e anche a difesa della loro incolumità. Sono queste le battaglie che occorre vincere. E non certo quelle che ventilano chissà quali condotte poco opportune da parte del personale, facendo per lo più, la circostanza secondo noi più grave, di tutta l’erba un fascio. No, proprio così non va. Occorreva maggiore attenzione e speriamo che tutta la vicenda possa rientrare nei binari della normalità e della correttezza istituzionale”.