Una leggenda incarnata nella storia, una vicenda che nell’immaginario di chiunque rappresenta un legame esemplare tra l’eroismo più audace e l’umanità più autentica, intrisa di limiti talvolta drammatici ma più spesso di virtù capaci di cambiare il corso delle cose. Non è un caso che la Compagnia “Il cuore di Argante” abbia scelto proprio “I tre moschettieri” per costruire la propria prima vera produzione interamente originale, che sbarcherà al Teatro Garibaldi di Modica il 5 e 6 gennaio prossimi, rinnovando il tradizionale appuntamento dell’Epifania col pubblico modicano: “L’abbiamo ripensata come un’opera musicale, una grande opera monumentale intensa e coinvolgente, ma capace di parlare al cuore del pubblico del presente. Perché in fondo la storia delle sopraffazioni, quella dei venditori di paure e dei portatori di coraggio, racconta anche di quel che accade oggi sotto i nostri occhi”, anticipa il regista Giuseppe Spicuglia, autore della sceneggiature, dei testi e delle musiche originali poi orchestrate mirabilmente da Giuseppe Cugno.
“Ci lavoriamo da cinque anni – spiega ancora Spicuglia – perché volevamo che la nostra prima produzione rappresentasse appieno il lavoro che Il Cuore di Argante vuole portare avanti. E questo vale sia riguardo a ciò che accade sul palcoscenico, dalla sceneggiatura alle musiche alla preparazione dei nostri ragazzi, sia riguardo a ciò che vi accade dietro: è il caso delle scenografie, che dopo aver disegnato e progettato, abbiamo affidato nella fase esecutiva all’esperienza di Giuseppe Bonfiglio, ma a cui hanno contribuito sin dall’inizio anche professionisti storici come Francesco Andolina; ed è il caso dei costumi, affidati al grande lavoro di Chiara Spicuglia e Maria Amato. Facciamo solo qualche nome, ma l’intera cooperativa negli ultimi mesi si è spesa per questo progetto senza risparmiare competenze, tempo ed energie”.
Se le gesta de “I tre moschettieri” sono note a tutti, il pubblico potrà vedere sotto quale luce sono state interamente ripensate e rilette da Argante.
Sarà Dumas in persona ad accompagnare il pubblico nella Parigi di Luigi XIII e di Richelieu, una Parigi divisa tra i due poteri, temporale e clericale, dallo scontro civile tra Cattolici e Ugonotti, dal sentimento di paura per la guerra contro un’Inghilterra beffarda. Qui arriva, dalla Guascogna, il giovane D’Artagnan, che sogna ardentemente di diventare un moschettiere e di conquistare la gloria e l’onore “col dar sapiente di spada”: verrà invece travolto da intrighi, scandali e sotterfugi, così come da un rivale, Rochefort, spietato e avido sgherro del Cardinale Richelieu, e da una donna, Milady De Winter, contessa dall’oscuro passato che nasconde un terribile segreto. Fronteggiarli sarà un’impresa ardua, ma D’Artagnan potrà contare sulla lealtà e il coraggio dei suoi tre moschettieri, nonostante il loro eroismo sia spesso “appannato” dalle contingenze e dalla disillusione verso una città corrotta che li spinge a rifugiarsi nella lussuria, come nel caso di Porthos, nelle crisi mistiche, come in quello di Aramis, o in ineguagliabili sbornie, come quelle di Athos. E soprattutto incontrerà la dolce Costanza, dama di compagnia della saggia Regina Anna d’Austria, donna austera e “talmente virtuosa che il re accostarla non osa”.
Le loro avventure, accompagnate da una colonna sonora ispirata e travolgente, terranno gli spettatori con il fiato sospeso fino all’ultimo incrocio di spade. Sarà ancora Dumas a indurli infine ad una profonda riflessione su un tema purtroppo mai assente nella storia dell’uomo: quello del più forte che affligge il più debole, che fa gridare agli oppressi “pietà ad un Dio che possa risparmiare tutti, ladri per fame e farabutti ma che punisca quei Re che per vanità uccidono i poveri come me”, un Dio che possa redimere chiunque, anche il più efferato tra i criminali, quando questi sia mosso da un sentimento di pietà verso il prossimo.