Emanuele, Loredana, Alessia, Giada e Gabriele Licitra sono una famiglia come tante, che per diverso tempo ha abitato a Ragusa, ma che circa tre anni fa ha preso una decisione coraggiosa: trasferirsi in Australia.
In realtà sono tante le famiglie ragusane che vivono dall’altra parte del mondo e che magari si ricongiungono con i propri cari, proprio durante il periodo natalizio. Persone che ormai hanno trovato la propria dimensione, nuovi amici e nuove dinamiche ma che certamente non possono dimenticare la città in cui tutto ha preso il via, soprattutto durante le feste, quando la nostalgia bussa più forte alla porta. Così come accade alla famiglia Licitra.
“Il Natale ovviamente qui è molto diverso – ci racconta Alessia, la maggiore dei tre figli – anche se abbiamo cercato di portare le nostre tradizioni, unendole a quelle delle persone del luogo. Melbourne è una città multiculturale quindi non tutti festeggiano il Natale, festa che coincide con l’inizio delle vacanze estive. Quindi uniamo la tradizione di riunirci in famiglia la sera della Vigilia con quella tipicamente estiva e australiana, del barbecue. Anche per quanto riguarda i giochi, passiamo tranquillamente da una tombola a un Magical Christmas fino al gioco della carte, perché è ancora più divertente unire e conoscere usanze diverse”.
Ma non sono solo i giochi da tavola ad accumunare le due culture.
“Anche qui, ad esempio, organizzano il Concerto di Natale, ma anziché essere al chiuso in qualche teatro, lo si fa all’aperto mentre le persone fanno un pic-nic sul prato. Il primo anno vedere persone che pranzavano all’aria aperta per il giorno di Natale ci ha fatto davvero uno strano effetto”.
“La nostalgia degli amici e delle persone a cui vogliamo bene ovviamente c’è – ammettono – e anche uscire di casa il 25 dicembre in t-shirt anziché con il cappotto fa un certo effetto, ma ogni posto ha le sue meraviglie, le sue tradizioni, che vale la pena di scoprire, senza abbandonare quelle di origini. Solo così ogni incontro diventa ricchezza, conoscenza e divertimento“.
Il trasferimento di tre anni fa è stata una decisione nata dalla volontà di dare alla famiglia, specialmente ai tre ragazzi, nuove e più promettenti aspettative di quelle che avrebbero potuto trovare a Ragusa, ma anche nel resto della Sicilia e di Italia.
E così hanno deciso di concretizzare un’idea che da tanti anni aleggiava nelle loro menti: raggiungere la famiglia di Loredana dall’altra parte del mondo, a Melbourne.
“Il distacco ovviamente non è stato facile – continua a raccontare Alessia – nonostante tra i miei fratelli sia stata quella più convinta e che ha spinto pure la mamma, quando siamo arrivati la situazione non è stata facile per nessuno. Abbiamo dovuto cambiare abitudini, amicizie, la nostra quotidianità, soprattutto nei primi quattro mesi quando ci ha ospitati uno zio”.
Mesi in cui hanno dovuto adattarsi a un nuovo fuso orario, a un nuovo clima, a un’altra cultura e perfino a paesaggi completamente differenti, ma che in parte già conoscevano dai racconti della madre e del resto della famiglia di Loredana, che forse in cuor suo sapeva da sempre che quella scelta prima o poi sarebbe arrivata, e per questo, da appena nati i suoi tre figli hanno avuto da subito anche il passaporto australiano.
Una famiglia gioiosa, serena unita dall’amore per la musica, che papà Emanuele ha trasmesso ai figli e che da Ragusa hanno continuato a coltivare anche a Melbourne.
Papà Emanuele lavora in un caseificio di un altro siciliano trapiantato a Malbourne, Alessia ha finito le superiori e si è iscritta all’Università per diventare logopedista e nel frattempo fa due lavori. E la sera partecipa a delle serate dedicate agli italiani in cui con la sua splendida voce incanta il pubblico (del resto buon nome non mente, il cognome Licitra vi darà qualcosa). Giada è anche lei ai superiori e lavora in un fast food. Gabriele frequenta una scuola per ragazzi speciali, dove i ragazzi come lui vengono assistiti 8 ore al giorno sia per insegnare loro le materie scolastiche sia per attività pratiche. Loredana si occupa a tempo pieno della sua famiglia.
Una famiglia, lo dicevamo all’inizio, come tante altre che magari vi è capitato di conoscere, di cui abbiamo voluto raccontarvi la storia perchè, è bello sapere come trascorrono le festività i nostri compaesani emigrati lontani dall’Italia.