Quattrocento studenti modicani al Duomo di San Giorgio per ‘riscoprire l’anima della città’

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“Siamo figli del nostro tempo, ma abbiamo una serie di valori che possono servire alla crescita nostra e della comunità”. In questa frase di uno dei portavoce dei 24 sottogruppi che si sono riuniti in altrettanti ‘cerchi’ all’interno del Duomo di San Giorgio il significato del momento di riflessione che ha messo insieme 400 studenti dei licei Classico, Scientifico e Artistico di Modica. Un ‘matrimonio con la città’, tra i giovani e il territorio in cui vivono e del quale si vogliono prendere cura. E non poteva esserci luogo più bello, per questa ‘unione’, al tempo stesso confronto e assunzione di responsabilità, che lo splendido duomo barocco. In molti hanno ricordato di esservi entrati proprio in occasione di celebrazioni di nozze di parenti o amici. Un dialogo, quello di giovedì mattina, che s’inserisce nei percorsi proposti quest’anno agli studenti per ‘riscoprire l’anima della città’ e promossi dalla Caritas diocesana di Noto in collaborazione con la Fondazione di comunità Val di Noto, il progetto Policoro, l’Istituto di istruzione superiore Galilei Campailla, la Casa don Puglisi e Crisci ranni di Modica. “Saremo cittadini solo se saremo attenti alle trasformazioni, ma anche al radicamento nella nostra storia. Per questo abbiamo scelto di incontrarci qui, in un luogo importante per la memoria della nostra città” – ha spiegato il docente referente del progetto, Maurilio Assenza. È stato lo storico dell’arte Paolo Nifosì a mettere in condivisione i suoi studi, le sue preziose conoscenze sul Duomo. Una storia seguita con attenzione dai ragazzi, molti dei quali hanno confessato di non conoscerla bene. “La chiesa di San Giorgio ha vissuto un momento nuovo della sua storia – ha aggiunto Assenza -. Ha visto tantissimi momenti di grande importanza storica, ma probabilmente mai 400 giovani venuti qua per guardare questo monumento, umilmente, con l’aiuto di un professore che l’ha studiato e che ci ha trasmesso la fatica del suo studio”. Gli studenti si sono poi suddivisi in 24 gruppi, ciascuno su un tema, sempre legato alla città di Modica: com’è oggi, coma la vedo tra 20 anni, il rapporto tra ‘antico e nuovo’, ‘spazi verdi e cemento’, le tradizioni. Sono venute fuori tante riflessioni, con alcuni denominatori comuni: i giovani ritengono che occorrano maggiori spazi dove sentirsi comunità. E poi sono stati critici sui trasporti pubblici, propositivi per nuove iniziative più vicine al ‘sentire’ giovanile. Il percorso proseguirà con un’azione diretta da parte degli studenti che, a gruppi di tre, intervisteranno i cittadini modicani chiedendo loro: cosa ritengono aiuti la città a pensarsi ‘costruttiva’ e con ‘un’anima’ attorno a valori come quelli di un’economia civile e della Costituzione, quali elementi di ‘sapienza’ aiutano in questo percorso, quale contributo può dare ognuno. Gli studenti sceglieranno liberamente su quali ‘ambiti’ puntare: i nostri anziani (la memoria), chi è impegnato nel sociale o anche nel governo della città (il welfare), i contadini, commercianti, impiegati, industriali, docenti, professionisti (le professioni), i migranti (la città plurale).