Inaugurata alla presenza dell’autore lo scorso 14 dicembre e ospitata all’ex Convento del Carmine in piazza Matteotti, a Modica, la mostra “Migranti ambientali: l’ultima illusione” del fotografo Alessandro Grassani resterà visitabile fino al 12 gennaio 2020 (da martedì a sabato dalle 16 alle 20, la domenica anche dalle 10 alle 13, chiuso il lunedì; ingresso euro 2, gratuito per le scuole).
Ad accogliere e, soprattutto, interrogare i visitatori sono 34 stampe fotografiche, di notevole dimensione e dal forte impatto emotivo, tutte dedicate al fenomeno – ancora inesplorato e trascurato dal rumoroso dibattito politico – dei migranti ambientali. Persone che, in fuga dal proprio Paese a causa dei cambiamenti climatici, non approdano nei Paesi più ricchi ma cercano nuove forme di sostentamento nelle aree urbane dei loro Paesi d’origine, i cosiddetti slums, già sovraffollati e spesso poverissimi.
Un fenomeno destinato a diventare la vera prossima emergenza umanitaria del pianeta: “I migranti ambientali saranno, entro il 2050, secondo le stime dell’ONU, dai 200 ai 250 milioni”, ha dichiarato Grassani, più volte premiato ai Sony World Photography Awards, presentando il progetto. “In realtà, già oggi, sono una massa oceanica di fantasmi. Fantasmi per il diritto internazionale, perché queste persone non hanno ancora uno status politico, come invece hanno i rifugiati politici, e nemmeno una definizione univoca. Io ho voluto dare un volto a questi fantasmi, così che attraverso le immagini di questo progetto si possano conoscere le prime vittime, non ancora censite, dei cambiamenti climatici e leggere le loro storie nel dettaglio”. Continua Grassani: “È un lavoro che ho realizzato in quattro diversi Paesi – Ulan Bator (Mongolia), Dhaka (Bangladesh), Nairobi (Kenya) e Port au Prince (Haiti) – che coincidono con le quattro tappe del mio viaggio di esplorazione e con l’obiettivo di rappresentare le diverse tipologie di cambiamenti climatici che a livello globale influenzano il fenomeno delle migrazioni ambientali”.
Alessandro Grassani, Sony Global Imaging Ambassador e docente di fotografia documentaria all’Accademia John Kaverdash di Milano, deve gran parte della sua fama al fatto di aver già raccontato grandi eventi internazionali come i funerali di Yasser Arafat, lo sgombero dei Coloni israeliani dalla Striscia di Gaza, il terremoto che distrusse la città di Bam in Iran, l’operazione militare israeliana “Summer Rain”.
Il progetto sui Migranti ambientali è già stato esposto in molte parti del mondo, innanzitutto nella sede dell’ONU e poi da Parigi a Berlino, da Londra a Trondheim, da Madrid a Yokohama, oltre a essere stato oggetto di numerose pubblicazioni, dal National Geographic a Newsweek, dalla BBC alla CNN.