“Lì sotto sei tu con il tuo silenzio. Ascolti il tuo respiro e quei suoni impercettibili prodotti dai tuoi movimenti. Ogni immersione è una seduta psicanalitica. Ti misuri con le tue paure, i tuoi limiti, ma ci butti dentro l’anima, la passione, lo studio, l’amore per il mare profondo… Studiavo al Nautico – racconta Massimiliano Arrigoni, presidente di Suzuki Music Italia – e ‘Caccia a Ottobre Rosso’ lo vidi un centinaio di volte, così come almeno cento volte vidi ‘Ritorno al Futuro’. L’assolo di chitarra in ‘Johnny Be Good’ era un ondata di adrenalina, la stessa che mi travolgeva sentendo la voce del Comandante Ramius ordinare al marinaio di portare il reattore del sommergibile a ben oltre il 115%. Così come spesso accade, passano gli anni, e certi ricordi vengono archiviati nella nostra mente. Almeno fin quando arriva un segnale, nel mio caso lui, Leonardo, giornalista che è riuscito a raccontare su carta parte della mia vita. Ma, cosa ancor più importante, è riuscito a far rivivere in me certi ricordi, certe emozioni. E’ stato in quella occasione che abbiamo scoperto di condividere alcune passioni: in particolare la musica e il mare, l’immensità delle note e la profondità delle acque, due mondi che s’incontrano e regalano ispirazioni”.
“E così – ricorda Leonardo Lodato, giornalista, Capo servizio del quotidiano ‘La Sicilia’ di Catania – parlando della sua passione per il mare profondo – un giorno, incontri lui, il “delfino” per antonomasia, il sottomarino, questo gigante silenzioso, ‘The Silent Hunter’, affascinante e inquietante allo stesso tempo. Ed è amore a prima vista. E tu che sei un ‘passionario’ del mare e della musica, cerchi di mettere d’accordo queste due attività apparentemente così lontane eppure così vicine”.
“Max” Arrigoni” e Leonardo Lodato, senza accordo alcuno, scoprono di avere insieme questo doppio amore. Max è un vulcano di idee e le mette in atto in un battibaleno. Quando si immerge sente “quel tintinnio metallico particolare”. Mentre Leonardo conta i suoi respiri “e mi tornano in mente le storie che, negli anni, mi hanno raccontato tutti quei pescatori, quei marinai, quei sommergibilisti che ho avuto modo di incontrare per lavoro, per diletto, per curiosità”.
“Tra una parola e l’altra – aggiunge Massimiliano Arrigoni – Leon mi stuzzica, mi parla di palombari e di suoni. Ed io, attento ma già con la testa tra le nuvole, sapevo già cosa mi volesse dire e cosa volevo ottenere. Quella nota di cui mi parla Leonardo la conosco molto bene, quella data nota accompagna un marinaio durante le attività sottomarine ma è anche fonte naturale di relax nelle immersioni di ogni subacqueo. Voglio realizzare un piatto che, nel gergo, si definisce ‘stack’ quale effetto che integra un set di piatti di un batterista “sperimentale”, e voglio sorprendere Leonardo realizzando questo piatto con un look da scafandro vissuto, un tributo ai palombari ma anche ai sommergibilisti”.
– “Il suono del mare che sentiamo in immersione, hai presente quel tintinnio?”
– “Il respiro e il suono del sonar dentro un sommergibile nel silenzio della profondità”.
– “Ho già l’idea, a breve la riporterò su bronzo”.
Quel breve è davvero… breve, visto che il progetto è pronto in un battibaleno.
Ed ecco che “The sound of Silence” è già realtà.
Il “Mago Merlino” della batteria si veste da alchimista e, grazie alla saggezza degli artigiani turchi, “lavorando sugli spessori e le dimensioni della campana”, riesce ad ottenere quella nota.
La qualità del suono c’è. Ma altrettanto importante è lavorare sul design, sull’immagine. Ecco perché, confrontandosi, Leon e Max parlano non solo di immersioni “umane” ma anche di sottomarini “perduti” e del duro lavoro dei palombari. La campana di “Sonar”, ad esempio, è proprio un omaggio a quegli “operai del mare” che si immergevano con attrezzature pesantissime, con quegli elmi che ancora oggi affascinano, raccontando storie da “Ventimila leghe sotto i mari”.
“Mi chiusi in camera con un maestro artigiano turco – ricorda ancora Massimiliano – l’unico che poteva comprendere un’idea forse un pò folle, e dopo tante prove siamo riusciti nel nostro intento, realizzare un piccolo piatto da 25cm circa che, con un ampia campana, un peso specifico, la qualità del bronzo e le martellature decise, avrebbe fatto la differenza. Così nasce SONAR, bello da guardare e magico da suonare”.
E’ nato “Sonar”, sotto il marchio Vulcan. Il mare, il fuoco, la terra racchiusi in un diametro di 10”. Tutto quello che serve per circondarsi di leggenda e di qualità, di musica e di sogni. Ad occhi aperti. Perché come leggenda vuole, vuole la spada di Excalibur forgiata con la lava e il fuoco dell’Etna, un altro piccolo gioiello tiene alto il nome e l’ingegno della nostra terra.