La Polizia di Stato, a seguito dell’arrivo nella serata del 17 ottobre di 164 migranti, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di 4 scafisti (3 algerini e 1 tunisino) di età compresa tra i 28 e i 35 anni.
Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto l’imbarcazione, partite dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per averle sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti sono dapprima sbarcati a Lampedusa tra il 12 ed il 16 ottobre ma subito dopo sono stati trasferiti presso l’Hotspot di Pozzallo.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della sezione operativa navale della Guardia di Finanza, hanno sottoposto a fermo 4 scafisti.
La sera di giorno 17 sono stati trasferiti 164 migranti, provenienti da diverse regioni dell’Africa, presso l’Hotspot di Pozzallo a seguito di più sbarchi avvenuti tra il 12 ed il 16 ottobre a Lampedusa, pertanto gli investigatori hanno subito dato avvio alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento diretta dal Dott. Patronaggio Luigi.
Grazie al lavoro senza sosta di un team di poliziotti specializzati per il contrasto dell’immigrazione clandestina è stato possibile raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine a 4 soggetti, indagati di aver condotto, il tunisino una barca in legno con oltre 100 migranti a bordo e i 3 algerini un’altra barca in legno con circa 60 persone a bordo.
Sono state raccolte le dichiarazioni dei passeggeri (con il prezioso ed imprescindibile supporto degli interpreti) che non hanno avuto alcun dubbio rispetto alla condotta degli scafisti che fino a pochi secondi prima della partenza dialogavano con i complici in Libia.
I testimoni hanno raccontato di aver pagato circa 1.000 euro ciascuno e descritto con molta precisione il ruolo degli scafisti anche nei rapporti con i correi presenti in Libia avendo udito le diverse telefonate tra loro.
I Sostituti Procuratori della Repubblica di Agrigento, dopo aver esaminato le fonti di prova raccolte dalla Polizia Giudiziaria, hanno disposto il fermo di indiziato di delitto degli indagati.
Ieri personale della Squadra Mobile di Ragusa ha eseguito il fermo di due degli indagati, mentre il terzo è stato eseguito dalla Squadra Mobile di Caltanissetta dove subito dopo l’arrivo era stato trasferito il soggetto ed il quarto dalla Squadra Mobile di Agrigento poiché il tunisino era ancora a Lampedusa.