Sei anni di reclusione. È la pena inflitta al quaranteduenne Karim Frej che a Vittoria tra il 2013 ed il 2015 ha sequestrato in casa la sua compagna, vent’anni più giovane di lui e per i primi due anni ancora minorenne. L’ha umiliata, maltrattata e picchiata.
La teneva chiusa in casa, mettendo un lucchetto alla porta. Poteva uscire, qualche volta, da quella prigione ma solo con lui. La riempiva di botte, schiaffi, pugni, e calci.
Una volta maggiorenne e quasi prossima al parto la donna – che nel procedimento era rappresentata dall’avvocato Simona Cultrera -, si era preoccupata per il nervosismo del compagno; il solo fatto di averne chiesto il motivo, ancora una volta aveva scatenato la violenza dell’uomo che la teneva isolata anche dal resto della famiglia. Dinieghi e altre botte quando chiedeva di andare a trovare la sorella, ancora calci e pugni quando aveva chiesto di trascorrere le vacanze di Natale con la sua famiglia. Poi il blitz del carabinieri che hanno approfondito il contenuto di una telefonata anonima. La donna, con il suo piccolo bambino, è stata liberata dagli uomini dell’Arma che hanno divelto il catenaccio ridandole la libertà.