“Riscoprire l’anima delle città. Educare alla luce della Costituzione repubblicana e dei suoi valori fondamentali”. È il tema del corso di formazione per docenti degli Istituti di ogni ordine e grado e per educatori, operatori sociali e responsabili di economica civile promosso da: Caritas diocesana di Noto, Fondazione di Comunità Val di Noto, Istituto superiore ‘Galilei-Campailla’ di Modica, Crisci ranni, cooperativa L’Arca, Progetto Policoro, Casa don Puglisi. Docenti saranno Antonio Sichera, che insegna Letteratura italiana all’Università di Catania, Giovanni Salonia, direttore dell’Istituto Gestalt H.C.C. Kairos, Paolo Santori, ricercatore Scuola di Economia Civile, Annachiara Valle, giornalista di Famiglia Cristiana. Il primo appuntamento, con dialoghi sull’educare, insieme a Giovanni Salonia e Antonio Sichera, si terrà martedì 10 settembre, dalle 15,30 alle 20,30, a Villa Polara (Modica).
«È il quarto corso di formazione – spiega Maurilio Assenza, direttore della Caritas diocesana – che l’Istituto Galilei Campailla organizza insieme ad un partenariato che rappresenta enti che vogliono unire cultura e sociale per dare respiro all’educazione. Siamo in un tempo difficile, di transizione, in cui la cultura rischia di appiattirsi su metodi e competenze, il sociale rischia di diventare assistenzialismo, l’educare un guscio vuoto. Il tentativo è quello di operare una connessione che ridia all’educare il senso dell’arte che ci fa essere umani, della trasmissione di generazione in generazioni delle grandi consegne che rendono solida la vita, della capacità di unire la fermezza e la tenerezza – come amava dire don Puglisi – che generano costanza e danno alla vita una meta. Per questo la cultura va ripensata nel solco della grande tradizione come quel coltivare sé stessi aiutato da discipline e nutrimenti, e il sociale come tessiture di comunità che trova nella cultura la spinta a ripensarsi sempre, accogliendo sfide e oggi la pluralità che diventa ricchezza». Assenza aggiunge: «Il tentativo è anche quello di trovare ispirazione nei grandi testimoni. Dopo don Milani con il suo ‘I care’ e don Puglisi, che voleva far crescere ‘a testa alta’ e dopo il corso sull’economia civile, quest’anno il testimone è Giorgio La Pira. L’abbiamo scelto perché uomo visionario che pensava la cultura e l’educazione come grandi architetture della vita, capaci di rigenerare l’architettura profonda delle nostre città. Come si vuole fare con la Casa don Puglisi (una misura della città, la Casa che accoglie) e con Crisci ranni (che quest’anno compie dieci anni). Questo permette anche di approfondire connessioni tra discipline (dalla letteratura alla matematica) tra cammini formativi ordinari e percorsi di cittadinanza e per le competenze trasversali e di orientamento. Torniamo al tempo difficile … pensandolo, con La Pira, dentro una storia che va letta in profondità e che chiede a tutti noi di essere appassionati educatori che riaccendono fuoco dentro, che fanno della città – come dice un verso di una poesia di Mario Luzi dedicata a La Pira – la città dagli ardenti desideri».