La Polizia di Stato a seguito dell’arrivo di ieri sera di 115 migranti ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di 2 scafisti ventenni, un gambiano ed un senegalese.
Secondo i testimoni è lui che ha condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine questa volta. Il responsabile concorreva con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per averle sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti dopo il loro arrivo ad Augusta sono stati fatti scendere e poi trasferiti con autobus a Pozzallo dove sono stati presi in carico ed ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati e identificati dalla Polizia Scientifica. L’Ufficio Immigrazione ha avviato anche le pratiche inerenti la loro posizione in ordine alle norme sul testo unico per l’immigrazione.
MODALITA’ DI ARRIVO IN ITALIA
Il 25 luglio la Centrale Operativa nazionale inviava la nave “Gregoretti” al fine di dare supporto al pattugliatore “Monte Sperone” che aveva soccorso un gommone con 91 migranti a bordo ed alla motovedetta CP 319 che aveva soccorso una barca in legno con 44 migranti a bordo.
Subito dopo il soccorso alcun migranti venivano fatti sbarcare per esigenze sanitarie ed i minori subito dopo. Alle ore 16.30 del 31 luglio venivano fatti scendere i 115 migranti per essere trasportati a mezzo Pullman presso l’Hotspot di Pozzallo per le operazioni di identificazione, ove giungevano intorno alle ore 18,30.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Servizio Centrale Operativo, Squadra Mobile Questura di Ragusa e Siracusa – hanno sottoposto a fermo due scafisti in quanto sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a loro carico.
Grazie al lavoro senza sosta di un team di poliziotti specializzati per il contrasto dell’immigrazione clandestina è stato possibile sottoporre a fermo gli indagati. Sono state raccolte tutte le dichiarazioni dei passeggeri (con il prezioso ed imprescindibile supporto degli interpreti) che non hanno avuto alcun dubbio rispetto alla condotta degli scafisti.
I migranti hanno dichiarato di essere partiti dalle coste libiche dopo un tempo di permanenza (chi mesi e chi quasi un anno) presso una connection house. Hanno pagato in media 1.000 euro cadauno per raggiungere l’Europa. Gli scafisti hanno condotto il natante per un paio di giorni prima di essere soccorsi.
I testimoni hanno descritto con molta precisione il ruolo dei due scafisti, uno era al timone e l’altro alla bussola e si davano il cambio ogni tanto.
Dagli accertamenti effettuati grazie ai software in uso alla Polizia Scientifica di analisi delle impronte digitali, gli investigatori hanno constatato che i migranti non erano mai stati precedentemente identificati in Italia.
Se le indagini su uno dei due natanti soccorsi sono concluse, le indagini sul secondo evento sono tuttora in corso. Il lavoro di raccolta di fonti di prova a carico di chi ha commesso il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è particolarmente complesso e richiede molto lavoro agli investigatori impiegati sin dalle prime fasi di arrivo in Italia.