“Penso al paradiso: il paesaggio rasenterebbe la sicilianità visiva, che pace! Montalbano me lo immagino disoccupato, circondato da un placido volteggiare di anatre. E una tazzina di caffè fumante”.
In quel paradiso che descriveva in un’intervista al Corriere della Sera del 2013 – Montalbano, l’attesa e la morte – Andrea Camilleri è andato a volteggiare stamattina, con gli occhi finalmente di nuovo spalancati sulla sua sicilianità visiva, per così tanti anni non più contemplata ma reimmaginata, ridisegnata, ravvivata dai colori della mente, lui che dopo aver perso la vista ha sempre detto d’aver riacceso il ricordo.
“Sarà bello quando potrò finalmente vederlo nel giorno della mia morte”, ancora lui stesso ha detto a proposito dell’”assedio universale alla bellezza delle nostrane terre coltivate e innaffiate dal sudore freddo di calorosi contadini”: “Mi fa pensare allo stesso rapporto che sussiste tra lu cielu niuru della notte e ‘u suli stricatu su la volta celeste d’estate: la morte me la immagino proprio così, una lotta, ’na sciàrra, tra l’una e l’altro”.
Di questo “assedio della bellezza” Camilleri è stato il miglior narratore che la Sicilia – da Porto Empedocle a Scicli, l’una Vigata scritta e l’altra Vigata filmata del suo Commissario Montalbano – potesse immaginare di avere.
Per uno che ha cominciato a vendere bestseller a oltre 70 anni e a quasi 94 – tanti ne avrebbe compiuti a settembre – aveva ancora qualche manoscritto incompleto nel cassetto, il traguardo degli oltre cento libri pubblicati e di decine di milioni di copie vendute non era facile né scontato.
Ed è stato proprio il commissario Montalbano, sin dall’esordio con “La forma dell’acqua” nel 1994, a portarlo al successo. Con Maigret come modello ideale, il nome era un omaggio a Manuel Vazquez Montalban, uno dei suoi scrittori più amati insieme all’indimenticato amico Leonardo Sciascia.
La serie letteraria che ha accresciuto l’autorevolezza dell’editore del cuore di Camilleri, Sellerio, è stata anche la fortuna dell’intera Sicilia.
Le frotte di turisti che sono arrivati ad attraversare i luoghi di Montalbano dopo aver letto i suoi libri – o averli visti nella loro trasposizione televisiva -, secondo gli esperti hanno generato un volume d’affari di 15 milioni di euro l’anno. Una svolta epocale, di cui non finiremo d’essergli grati.
Un fuoco discreto ma energico e vivo, un fuoco che resta acceso, come “Un filo di fumo”, per citare uno dei suoi primi romanzi, pubblicato da Garzanti nel 1980 e poi da Sellerio nel 1997.
La stessa citazione che ha scelto Rosa Cerruto per l’emozionante illustrazione con cui ha voluto ricordare Camilleri e che la ringraziamo per averci prestato.