Sono le parole dello zio di Alessio che non appena saputa la notizia è corso da Bologna, dove vive, a qui, insieme alla moglie. Il giovane zio con garbo, ha ‘ricordato’, integrando il pensiero del vescovo, che Alessio è andato in Cielo, sì… ma è stato “strappato” da qualcuno che ha portato via per sempre un bambino di appena 11 anni. E non sapeva, mentre parlava, che in quegli istanti, a Messina, i medici concludevano la ‘battaglia’ per salvare Simone. Il suo cuore si è fermato poco prima di mezzogiorno: troppo gravi le ferite che quell’auto schizzata all’impazzata, condotta da un uomo ubriaco e fatto di cocaina, ha inferto nei corpi dei due bambini.
Alle parole dello zio hanno fatto eco quelle del papà: “Voglio dire una cosa a tutta l’Italia: chiedo giustizia. Non si può andare avanti così, per me non era un bambino era tutta la vita. Anche per sua mamma che lo ha partorito. Questo dolore non possiamo dimenticarlo, noi per questo dolore dobbiamo lasciare anche la casa perché non ce la facciamo. Chiedo giustizia”.
Poi gli animatori del Grest, che hanno ricordato la grinta di Alessio e la sua volontà di diventare anche lui animatore. Il provveditore agli studi, Filomena Bianco, che ha recitato la preghiera del musicista, ricordando la passione di Alessio per la musica (il suo sogno era di entrare nel corso musicale e nell’orchestra della scuola: e c’era riuscito). La preside della scuola ‘Portella della Ginestra’ ha annunciato che il 2 ottobre verrà piantato il primo albero nel giardino della scuola. Lo pianteranno il papà, la mamma e la sorellina di Alessio e porterà il suo nome. Poi il ricordo di un amichetto e di una cuginetta: con la forza che solo i bambini riescono ad avere, hanno espresso tutto il loro affetto, quel legame che non si spegne.
Nelle preghiere anche tanta speranza per Simone, ma pochi istanti dopo è arrivata la notizia. Che ha chiuso anche questa piccola speranza. Ora si attende che la salma venga trasferita a Vittoria, per le esequie.