Ieri sera, nel cimitero di Chiaramonte Gulfi, si è svolto il funerale, con la Salat al-Janazah (Preghiera del Defunto): a guidarla l’Imam di Catania, Kheit Abdelhafid, presidente della Comunità Islamica di Sicilia. Erano presenti il sindaco, Sebastiano Gurrieri, il viceprefetto Ferdinando Trombadore, il vicario foraneo, don Salvatore Vaccaro, in rappresentanza della Diocesi, Maria Luisa Grisafi, del Servizio Sprar del Ministero dell’Interno, Diop Pape Madoke, di Agrigento, rappresentante della Comunità senegalese, incaricato dal Consolato senegalese di Sicilia e Calabria. A Chiaramonte è arrivato anche un cugino di Samba, Malik Sakho, che vive a Sanremo. Erano presenti anche il comandante della stazione dei carabinieri, luogotenente Alberto Bruno, il gruppo di Protezione civile comunale, rappresentanti della comunità islamica di Vittoria. Ad accoglierli Gianvito Distefano, presidente della cooperativa “Nostra Signora di Gulfi”, che gestisce i progetti Sprar-Siproimi, insieme alla cooperativa Fo.Co. Il rito funebre, causalmente, si è svolto nella “Giornata del Rifugiato”.
Dopo la Salat al-Janazah, l’Imam Kheit Abdelhafid ha detto: «La città e le autorità non sono rimasti indifferenti e oggi rendono omaggio a Samba, insieme ai parenti ed alla comunità senegalese. Ringrazio il sindaco, la Prefettura, Gianvito Distefano, padre Salvatore Vaccaro. Questo momento vissuto insieme ha un significato profondo: siamo fratelli e apparteniamo ad una famiglia grande che si chiama “umanità”».
Il viceprefetto Trombadore ha portato il saluto del prefetto Filippina Cocuzza al sindaco, ai familiari, alla comunità islamica. Il primo cittadino, Sebastiano Gurrieri, ha aggiunto. «Oggi parte un messaggio: Chiaramonte è città che accoglie. Qui, il 10 per cento della popolazione è formato da migranti. Qui riescono a crescere bene, a integrarsi, a conquistare i cuori di chi poteva guardarli con sospetto».
Diop Pape Madoke ha letto dal Corano la storia del primo uomo, Adamo, per rimarcare le comuni origini delle due grandi religioni monoteiste. Ha ricordato i migranti italiani del secolo scorso che oggi sono “americani” rimarcando come la storia sia fatta, da sempre, di migrazioni. Ha invitato i giovani migranti presenti a raccogliere l’eredità di Samba ed a vivere secondo i suoi valori.
Gianvito Distefano, commosso, ha aggiunto: «Questo momento è solo un inizio. Noi vorremmo che esso diventasse la prima tappa di un percorso di integrazione e di scambio culturale nella nostra città. La nostra cooperativa potrà offrire gli spazi per chi vorrà fare discernimento ed approfondire la fede musulmana. E all’Imam dico: “Venga pure quando vuole. Questa sarà anche la sua casa”. Oggi è la Giornata del Rifugiato. Io auspico che, a partire da questa esperienza, essa diventi anche una giornata interculturale. Chiaramonte ha una lunga storia di accoglienza. Abbiamo accolto i primi immigrati nel 2008. Qui abbiamo ospitato anche dei baby-scafisti. Questo è un momento difficile per l’accoglienza. Proprio per questo vogliamo dare un messaggio di speranza».
L’Imam Kheit Abdelhafid e don Salvatore Vaccaro hanno concluso insieme. «Questa è la terra di La Pira, di Camilleri – ha detto l’Imam – loro ci hanno dato un messaggio: siamo fratelli. Facciamo insieme il percorso per costruire una Sicilia migliore per noi e per i nostri figli. Vogliamo costruire un futuro di fraternità».
La salma di Ndour Samba Kane, per volere dei familiari, sarà rimpatriata. Nei prossimi giorni sarà imbarcata su un aereo che la riporterà in Senegal.