Il giardino della Casa Evangelica Valdese di Vittoria ha ospitato un felice momento di condivisione lunedì sera: un’intera classe di bambine e bambini, accompagnata dagli insegnanti e dai genitori, ha trascorso il pomeriggio, tra canti e balli, e ha condiviso la cena con gli operatori dell’accoglienza e con i migranti e rifugiati ospiti dei progetti Sprar e dei Corridoi Umanitari della Diaconia Valdese. La cena ha unito i percorsi paralleli, concludendoli con la condivisione di cibi di tre diversi continenti.
Gli alunni della classe III della scuola primaria Gianni Rodari, guidati dall’insegnante Gianna Elmo, hanno iniziato mesi fa un percorso di scoperta delle religioni e dei luoghi di culto del territorio. Tra le varie visite, quella alla Casa Evangelica di Vittoria, dove “abbiamo trovato oltre la storia dei Valdesi anche quella di oggi, raccontata dalle voci di ragazzi provenienti da altri stati e continenti”, riferisce l’insegnante. “Una storia” – sottolinea il longevo pastore valdese Enrico Trobia – “di servizio verso il prossimo, sempre a favore degli ultimi”.
Gli ospiti del progetto Sprar, in prevalenza musulmani, hanno terminato pochi giorni fa il mese di digiuno e preghiera del Ramadan. E, con gli operatori della Diaconia Valdese, sono in conclusione i percorsi di formazione scolastica e professionale e i laboratori: come quello alimentare, curato dall’educatrice Antonella Randazzo, che ha ideato l’evento, con l’insegnante; come quello di musica e percussioni, che ha offerto momenti di intrattenimento sui ritmi dei tamburi africani.
“Seduti a una tavola, nessuno è straniero. È un messaggio universale di inclusione, che i bambini riconoscono” – ha commentato Andrea Gentile, coordinatore dei progetti per migranti della Casa Valdese – “e che rilanciamo con le loro famiglie, in un momento in cui troppi dimenticano i valori della tolleranza e della solidarietà”.
Il cibo ha unito tutti: bimbi e mamme, italiani e anche di origine tunisina, romena e polacca hanno preparato piatti della propria tradizione culinaria; altrettanto hanno fatto gli ospiti dei progetti di accoglienza, con ricette senegalesi, gambiane, siriane e pakistane. Il cibo “del cuore”, come lo hanno definito i giovanissimi alunni, è stato offerto, scambiato e condiviso. Sono stati realizzati e donati dei “ricettari internazionali”, con appuntate le pietanze. Una cena comunitaria, nell’armonia e nel rispetto, tra cittadini vittoriesi di ogni età, religione e colore.