L’ambulatorio per la prevenzione del melanoma e dei tumori cutanei, responsabile il dott. Nunzio Puccia – dell’Asp di Ragusa, dà il via alla campagna di prevenzione del “Melanoma cutaneo” con due giornate di viste gratuite: il 17 giugno e il 1° luglio. Le persone interessate potranno prenotare la visita telefonando al numero: 0932/658702 e/o ai veri centri Cup. Basta collegarsi al sito aziendale: www.asp.rg.it e scaricare la locandina per ulteriori informazioni.
«Purtroppo, i tumori della pelle sono in continuo aumento – afferma il dott. Puccia – Il controllo dei nei e di altre patologie permette di prevenire e/o curare precocemente i tumori. Ecco perché l’Asp di Ragusa realizza campagne di prevenzione, dando la possibilità all’Utenza di usufruire di visite gratuite.»
Fino a pochi anni fa, il melanoma era considerato una neoplasia rara, addirittura rarissimo fino all’adolescenza, mentre, attualmente, rappresenta una neoplasia con incidenza in continua crescita in tutto il mondo. Il melanoma colpisce prevalentemente soggetti di età compresa tra i 30 ed i 60 anni e di classe sociale medio-alta. A livello mondiale, si stima che nell’ultimo decennio il melanoma cutaneo abbia raggiunto i 100.000 nuovi casi l’anno: un aumento di circa il 15% rispetto al decennio precedente.
Il melanoma cutaneo è, in particolare, decine di volte più frequente nei soggetti di ceppo europeo (caucasici) rispetto alle altre etnie. I tassi di incidenza più elevati si riscontrano infatti nelle aree molto soleggiate e abitate da popolazioni di ceppo nordeuropeo, di pelle particolarmente chiara. Per quanto concerne la mortalità, sulla base della documentazione disponibile relativamente ai dati nazionali, è difficile disaggregare i dati relativi al melanoma dagli altri tumori maligni della cute. Nell’ultimo quinquennio, in Italia i decessi attribuiti a melanoma cutaneo sono stati circa 4.000 nei maschi e oltre 3.000 nelle femmine, corrispondenti a tassi medi di mortalità rispettivamente di 5 e 6 su 100.000 abitanti l’anno.
Nelle popolazioni europee, o di origine europea, tra il 1980 e il 2000 l’incidenza del melanoma cutaneo è aumentata ad un ritmo del 4-8 per cento l’anno. A livello delle diverse sedi anatomiche, il maggior aumento dell’incidenza è stato per i melanomi del tronco e minimo per quelli della testa e del collo, per quelli delle gambe gli incrementi sono stati più marcati nel sesso femminile. Le stime per l’Italia indicano un totale di 3.143 nuovi casi diagnosticati fra i maschi e di 2.851 fra le femmine. In particolare nel periodo 1998-2002 il melanoma cutaneo ha rappresentato 1°1,6% di tutti i tumori diagnosticati fra gli uomini e il 2,1% di quelli diagnosticati nelle donne; in termini di mortalità ha rappresentato lo 0,9% del totale dei decessi neoplastici negli uomini e 1° 1,0% nelle donne. Nell’area coperta dai Registri Tumori sono stati diagnosticati in media ogni anno 12,5 casi di melanoma cutaneo ogni 100.000 uomini e 13,1 ogni 100.000 donne.
Il melanoma cutaneo è un tumore importante anche nelle classi d’età più giovani, infatti oltre il 50% dei casi viene diagnosticato entro i 59 anni.
Negli ultimi 20 anni, l’incidenza è aumentata di oltre il 4% all’anno in entrambi i sessi. I trend recenti indicano un aumento persistente per gli uomini (incremento annuo percentuale= APC +3,8), e un apparente rallentamento per le donne (APC +1,9). La mortalità è ancora in crescita tra gli uomini.
L’incidenza nell’area AIRTUM (AREE COPERTE DAL REGISTRO TUMORI e quindi anche dell’Asp di Ragusa), tra il 2003 ed il 2005, sono stati registrati in media ogni anno 14,3 casi per 100.000 uomini e 13,6 casi per 100.000 donne.
Mortalità, In Italia, secondo i dati Istat del 2006, il melanoma cutaneo ha causato 943 decessi all’anno nella popolazione maschile e 635 decessi in quella femminile.
Prevenzione primaria
Le radiazioni ultraviolette (UV), in particolar modo le radiazioni solari, rappresentano il principale fattore di rischio esogeno o ambientale per il melanoma cutaneo. L’esposizione solare di tipo intermittente, quale quella di natura ricreazionale, conferisce un rischio maggiore rispetto a un’esposizione cronica, per esempio di tipo occupazionale. L’esposizione solare durante l’infanzia e l’adolescenza sembra essere associata con un rischio relativo più elevato rispetto ad un’esposizione più tardiva nel corso della vita.