Per quasi un mese e mezzo nessuna comunicazione da parte di Comune, ex provincia, Prefettura o altri enti. Eppure la comunicazione era stata data da Enimed già a fine aprile. A metà maggio pure un vertice in prefettura, ma tutto è rimasto sotto silenzio. Solo dopo che Legambiente ha squarciato il velo di silenzio, gli enti preposti hanno dato comunicazione di quanto accaduto. Ecco la nota del Libero Consorzio:
“In merito allo sversamento di idrocarburi nel torrente Mongillè con potenziale contaminazione relativa al sito dell’area pozzo Ragusa 16, il Libero Consorzio Comunale di Ragusa e in particolare il settore ‘Ambiente e Geologia’ nella qualità di organo di controllo ha attivato tutta una serie di azioni, di concerto con gli altri enti preposti. Ripercorrendo le tappe della vicenda, al momento questa è la situazione.
“La società EniMed ha comunicato lo scorso 27 aprile un evento inquinante nel torrente Moncillè nei pressi del sito “area pozzo Ragusa 16”, consistente in uno sversamento di idrocarburi (greggio). Sono stati attivati immediatamente gli interventi di messa in sicurezza del sito da parte della Società, nonché tutte le procedure di controllo e di monitoraggio da parte degli Enti Pubblici interessati, anche attraverso sopralluoghi effettuati dall’Arpa, dal Corpo Forestale e da questo Libero Consorzio Comunale. A tal proposito, la Prefettura di Ragusa ha già tenuto il 15 maggio 2019, una specifica riunione di servizio tra tutti gli attori interessati al fine di determinare congiuntamente le opportune azioni di intervento.
Le operazioni di messa in sicurezza dalla contaminazione localizzata sul versante destro del torrente in prossimità dell’alveo ed in corrispondenza dell’area pozzo Ragusa 16, hanno interessato l’asta torrentizia prevalentemente a valle del pozzo Ragusa 16.
Le operazioni di messa in sicurezza sono sinteticamente consistite nella creazioni di bacini di contenimento delle acque del torrente a monte dell’area interessata dallo sversamento con successivo by-pass delle acque non contaminate a valle dell’area in cui si è verificato lo spill (sversamento), nonché dal recupero del prodotto idrocarburico surnatante mediante attrezzature specifiche quali auto espurgo, panne oleoassorbenti e skimmer. Lo sversamento di idrocarburi viene contenuto entro l’alveo del torrente Moncillè. A tutt’oggi, la Società non ha ancora fornito una chiara documentazione circa le cause e l’origine di tale inquinamento, pertanto, continua l’attività di controllo degli Organi deputati”.