Sabato 6 aprile prossimo, alle 19 presso la galleria di Fototeca Siracusana, s’inaugurerà la personale fotografica di Daniele Cascone, artista siciliano.
Daniele Cascone inizia il suo percorso artistico nel 2001. Sperimenta parecchio, mescolando le tecniche digitali con gli strumenti più tradizionali. Si interessa di fotografia, di stop-motion e di video. La sua attività lo porta a fondare diversi progetti sulle arti visive, tra cui il web magazine «Brain Twisting». Contemporaneamente, inizia a esporre sia in Italia, sia all’estero e i suoi lavori sono presenti in numerose gallerie e pubblicazioni di settore. La mostra, semplicemente intitolata “Fotografie”, è un portfolio d’artista, la perfetta esecuzione di un genere fotografico di culto che trae le sue origini dalla più bella storia della fotografia, nel suo percorso verso l’autonomia di genere, verso la conquista del meritato posto nel grande Pantheon delle Arti. Con queste premesse non può che trattarsi di una mostra accattivante per i contenuti. Una dozzina o poco più di “inquadrature”, surreali, metafisiche, simboliste, (ma che importa catalogare quando riescono a catturare lo spettatore?) in cui Cascone usa la forza persuasiva del medium fotografico con estrema maestria. Egli crea l’enigma, manipola con impegno la banale realtà costringendola a deviare verso la metafisicità dei corpi e degli oggetti, la prospettiva e la luce, assegnandone nuovi valori. Inconscio regista di un racconto di cui lo spettatore vedrà solo la scena finale: summa fotografica di un pensiero ordinatamente ricomposto (metafisico) sul palcoscenico del suo studio fotografico, enclave di sogni (surreale) in un mondo di sole banali certezze.
Giuseppe Cicozzetti, presentatore della mostra e dell’artista, infatti, ne parla in questi termini: – (Omissis) Il suo racconto non sta nei limiti della convenzione né intende rimanerci, e alla raffigurazione della realtà preferisce la strada insidiosa e misteriosa dell’onirico, dell’allusione, del simbolico, in una sola parola del surreale. La sfida è forte, specialmente dalle sue parti. Lì, al netto di numerose eccezioni, la narrazione della realtà si è così incistata sulla fotografia che appare sgomitare per divenire “linguaggio unico” e il cui rischio di omologazione visiva si estende dalla street photography alla paesaggistica fino a rendere irriconoscibile il lavoro dell’uno o dell’altro.- Cascone è insomma un autore diverso, fuori dal coro, sensibile alle problematiche esistenziali dell’uomo che in un clima di politica mondiale incerta e fuorviante costituisce forse l’angoscia maggiore, insieme a quella per l’ambiente. Il suo messaggio è un urlo contro l’effimero, l’ansia comune a tutti gli artisti di dover cambiare qualcosa perché loro, per primi, da sempre, ne percepiscono l’inderogabile necessità. La mostra rimarrà aperta fino al 26 aprile, l’ingresso è libero.