Sequestro villaggi turistici. Tre funzionari del Comune di Scicli a giudizio

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Tre funzionari pubblici del Comune di Scicli rinviati a giudizio, uno assolto per non avere commesso il fatto; altri due funzionari dell’Arpa prosciolti perchè il fatto non sussiste, e il non doversi procedere per prescrizione per quanto concerne i reati ambientali, per tutti gli indagati. L’operazione era scattata a gennaio del 2013 quando i carabinieri di Modica e gli uomini della Capitaneria di Porto di Pozzallo, con il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dei villaggi turistici “Baia Samuele” e “Marsa Sicla’” di Scicli, nonché dei mezzi nella disponibilità di una ditta di trasporto rifiuti di Modica. L’inchiesta partiva da ripetuti episodi di inquinamento a mare riscontrati, soprattutto nella stagione estiva, nel tratto di costa tra la spiaggia di Sampieri e la fornace Penna. L’ipotesi investigativa riguardava il traffico illecito di rifiuti, lo scarico non autorizzato e lo smaltimento illecito di rifiuti e coinvolgeva la gestione del depuratore di Scicli. Interessati a vario titolo dall’inchiesta. diversi soggetti: dall’Arpa, alla direzione ed amministrazione dei villaggi turistici, a chi si sarebbe occupato del trasferimento materiale dei reflui, ai funzionari del Comune di Scicli. Il giudice per l’udienza preliminare Claudio Maggioni – la pubblica accusa era rappresentata dal Pm Gaetano Scollo – ha disposto ierimattina, il rinvio a giudizio per tre dipendenti del Comune di Scicli per omissione di atti d’ufficio in concorso: si tratta di Carlo Bonincontro e Salvatore Calvo entrambi in pensione, (difesi dall’avvocato Luigi Piccione) e di Sebastiano Basile (difeso dall’avvocato Rinaldo Occhipinti). Assolto per non avere commesso il fatto Guglielmo Spano’, anch’egli dipendente del Comune di Scicli (difeso dall’avvocato Bartolo Iacono) che aveva chiesto il giudizio abbreviato rinunciando alla prescrizione. Non luogo a procedere per due funzionari dell’Arpa su richiesta dei difensori Michele Sbezzi, Enrico Platania e Ernestina Cataldo (quest’ultima del Foro di Catania), richiesta sposata dal pubblico ministero e accolta dal gup, “perche’ il fatto non sussiste”.