Un incontro dedicato alla malattia guardando alla persona e all’approccio umano che ogni sevizio ospedaliero dovrebbe offrire a chi si trova a vivere una condizione di fragilità. Questo il senso dell’incontro che si terrà domani 12 febbraio 2019, ore 9:30, presso il Giovanni Paolo II, nella sala, al piano terra, entrando sul lato destro.
Una conferenza organizzata dal direttore dell’Ufficio della Pastorale della Salute – diocesi di Ragusa, don Giorgio Occhipinti, nonché cappellano del P.O., che vedrà la partecipazione del Commissario Straordinario, arch. Angelo Aliquò; il presidente del Comitato Consultivo Aziendale, dott. Salvatore Criscione; il vice direttore dell’Ufficio della Pastorale della Salute, dott. Rosario Ficara e l’infermiere coordinatore Giuseppe Occhipinti, segretario dell’Ufficio Pastorale della Salute. Presenti con le loro testimonianze le Associazioni di Volontariato.
«Umanizzazione dell’ospedale è una locuzione che include parecchi aspetti, come si conviene a un argomento che non rientra in una specifica disciplina, ma costituisce un campo di discussione per affrontare difficoltà vecchie e nuove che emergono nella medicina, a seguito delle profonde trasformazioni demografiche, epidemiologiche e di stile di vita della società post-industriale.» ha sottolineato Don Giorgio nel presentare il valore della Giornata dedicata al Malato.
L’incontro ha lo scopo di affrontare i problemi che operatori, studiosi e amministratori incontrano ogni giorno nella complessa realtà delle relazioni con gli utenti, sia soluzioni e strategie di intervento messe in atto in risposta a tali problemi.
«I contributi dei Relatori analizzano aspetti teorici e difficoltà sociali, culturali e istituzionali che sottendono il processo di cura ed evidenziano un evidente scarto tra le esistenti strutture cliniche e le esigenze della popolazione. Infine verranno descritte esperienze di Umanizzazione presso alcune strutture ospedaliere dell’Asp di Ragusa e la formazione degli operatori sanitari, alla luce delle nuove esigenze dei cittadini trasformazioni sociali.» ha sottolineato, infine, Don Giorgio Occhipinti.