Le ultime due, leggendarie, sonate di Ludwig van Beethoven – l’opera 110 e l’opera 111 -, il suo testamento pianistico affidato al talento e alla sensibilità esecutiva di un vero e proprio enfant prodige della scena classica europea. E, da frammezzo, un’incursione nel ‘900, tra i contrappunti della Sonata SZ80 di Béla Bartók e le astrazioni del Klavierstück IX di Karlheinz Stockhausen, a testimonianza dell’eclettismo del suo repertorio. Con questo vero e proprio volo su oltre due secoli di musica, il giovane pianista Filippo Gorini ha aperto venerdì sera al Teatro Garibaldi la stagione concertistica 2019 dell’Associazione Mozart Italia, sede di Modica.
Per la prima volta in Sicilia, Gorini ha fatto da vero e proprio “testimonial” a quello che rappresenta il pensiero di fondo della direzione artistica di questa stagione, curata dal presidente dell’associazione Annamaria Spoto, ovvero quella di puntare – fuori da ogni retorica – sui giovani artisti.
“Occorre portare aria nuova in una lingua antica”, ha spiegato ieri al pubblico del Garibaldi: “I giovani sono il ponte ideale ed unico per collegare il linguaggio della musica colta, senza cadere nel pensiero scontato che sia un mondo di nicchia, ai segnali importantissimi che occorre costruire per il futuro. Perché la musica classica, lingua piena di codici che vanno conosciuti ed interpretati, possa diventare un obiettivo da approfondire ed un sostegno per un sentire di qualità. Questa stagione vedrà sui nostri palcoscenici ‘i giovani favolosi’, talenti grandissimi e competenze all’altezza delle grandi star. Queste ultime hanno la loro luce già amplificata dai riflettori dei grandi teatri, diversamente i giovani hanno bisogno che le associazioni abbiano il coraggio di correre il rischio ed invitarli, perché possano avere il diritto di esprimere la loro arte ed essere di buon esempio e stimolo per altri giovani o per un pubblico educato a riconoscere la grande qualità”.
Giovani sul palco, dunque, ma anche tra il pubblico. L’Ami ha infatti voluto stringere rapporti con le istituzioni scolastiche della città e grazie a questo gli studenti del Liceo Musicale Verga hanno avuto l’opportunità di incontrare Gorini prima del concerto per una bellissima lezione proprio sull’Opera 111 di Beethoven, così come quelli del Liceo Galilei-Campailla lo hanno incontrato stamattina in istituto.
Una speciale affinità lega del resto l’opera del compositore tedesco a Gorini, che nel 2015 è stato vincitore del Concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn.
Lo stesso concorso è stato vinto nel 2017 da un giovane siciliano, Alberto Ferro, che sarà ospite dell’Ami il 29 marzo.
Il prossimo appuntamento, però, è intanto fissato per il 23 febbraio alla Fondazione Grimaldi, con una lezione di Graziella Seminara sulla figura della donna nelle Nozze di Figaro e nel Flauto Magico.