Lectio divina di gennaio della Caritas all’Istituto San Benedetto di Modica

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Si è tenuto ieri a Modica un incontro di Lectio divina promosso dalla Caritas diocesana. Ecco la riflessione del direttore, Maurilio Assenza: 

“Al Sud cresce l’insuccesso scolastico, siamo in presenza di un’emergenza educativa, sempre più si parla di povertà educative. Diventa attuale l’opera di misericordia “istruire gli ignoranti”! Don Christian Barone, introducendo la lectio divina di gennaio promossa dalla Caritas diocesana all’Istituto San Benedetto di Modica, ha anzitutto aiutato a cogliere le sfide del nostro tempo ma anche – commentando l’incontro del diacono Filippo con l’eunuco narrato negli Atti degli apostoli – quella risposta del Vangelo generata dall’obbedienza allo Spirito che, ancora oggi, manda nelle strade deserte per aiutare, chi cerca veramente, a incontrare la bellezza del Vangelo. L’iniziativa è anzitutto di Dio! Per questo evangelizza veramente chi si lascia evangelizzare, senza preoccuparsi dei numeri o dell’esito, lasciandosi mandare anche laddove la strada appare deserta. Che però, più di quello che non pensiamo, viene attraversata da gente che cerca come l’eunuco. A cui Filippo annuncia il Vangelo. Che sempre passa per il tessuto credente della Chiesa, per quel dinamismo vivo che è la Tradizione della Chiesa arricchita dell’esperienza di Cristo propria di ognuno. Non c’è, comunque, lettura autentica della Bibbia che possa prescindere dal vissuto di fede che ci precede e orienta. E però l’annuncio non diventa fecondo se non ci si siede accanto come fa Filippo con l’eunuco … Mentre don Christian, con grande sapienza dispiegava le Scritture all’ampio gruppo dei partecipanti, (animatori Caritas, volontari, giovani, monache Benedettine), veniva da pensare a quel “sedersi accanto” che sono i cantieri educativi. Ed anche al laboratorio pastorale della diocesi, con cui si cerca di concretizzare passi che aiutino a rinnovare incontri con Gesù lungo le strade della vita. O, ancora, viene spontaneo pensare e al Progetto Policoro, che non è solo sostegno al lavoro giovanile ma anzitutto un essere accanto partecipi ai giovani che cercano un lavoro. Il racconto degli Atti ha ulteriori sviluppi molto attuali. L’eunuco, dopo aver ascoltato Filippo, chiede di essere battezzato; capisce che occorre anche scommettere in prima persona, occorre scommettersi. E il sacramento del battesimo (ma oggi si può dire ogni sacramento) è il culmine di un cammino che – messaggio molto attuale per la diocesi di Noto – deve essere serio, per preparare celebrazioni dei sacramenti consapevoli e feconde. Si intravedono grandi temi pastorali, grandi preoccupazioni educative e l’esigenza di convergere, pur nelle differenti sensibilità, in un impegno comune a rendere vivo e coraggioso l’annuncio del Vangelo, coscienti che esso non deve essere un legare a sè ma un “annodare” a Cristo. Il rapimento di Filippo dopo il battesimo dell’eunuco dice ancora come sia importante restare fedeli allo Spirito, che ci può portare altrove ma, anche, come non siano importanti i risultati ma l’esserci, perché chi si possa ripartire nella vita con gioia e pienezza di senso. Ed è importante che l’annuncio sia fatto da persone che vivono rapporti fraterni senza creare dipendenza, relazioni non “nella carne” ma “nello Spirito”! Sono importanti ALLORA relazioni sane e sananti, che aiutano percorsi personali, autonomi potremmo dire (senza dimenticare il necessario tessuto credente), con cui si esprime maturità. In un tempo difficile, l’ascolto della Parola rinnova la fiducia che anche “per strade feroci e deserte” ognuno possa essere aiutato ad “alzarsi”, a rimettersi in cammino grazie ad un annuncio del Vangelo che si attua nella carità e ad una carità che sempre cerca e ritrova nel Vangelo radici e nutrimento”.