Domenica è stata una festa. Sì, perché è stata vissuta così, nonostante l’immenso dolore. Le campane a festa come nella Pasqua di Resurrezione hanno accolto la piccola bara bianca, portata a spalla dagli zii e altri familiari. Ad attenderla, nel piazzale antistante la chiesa della Nunziata, centinaia e centinaia di persone.
Gli occhi lucidi, ma una promessa: un sorriso d’affetto per la piccola Giorgia, che a soli 8 anni, è andata in cielo.
Lo avevano chiesto papà Sebastiano e mamma Gianna al parroco, don Raffaele Campailla. I paramenti bianchi, i canti del giorno della festa, essendo tra l’altro la solennità dell’Epifania.
Certo, non è stato facile nemmeno al sacerdote trattenere la commozione, per ricordare quella piccola grande guerriera che ha “affrontato la malattia con dignità”.
In prima fila c’erano i suoi compagnetti della scuola e del catechismo. Le maestre li hanno aiutati a vivere questo momento delicato: hanno portato un fiore bianco, hanno letto le preghiere dei fedeli.
Al termine della celebrazione il ricordo, una grande attestazione di affetto.
E poi la canzone di Fiorella Mannoia, ‘Io non ho paura’, che Giorgia amava cantare. Che Giorgia ha in qualche modo vissuto nella sua esperienza nei tre anni della malattia.
Palloncini bianchi lanciati in cielo, per augurare a Giorgia buon viaggio nel cielo sempre azzurro, nella “primavera senza fine”, come ha detto padre Raffaele.
Ora papà Sebastiano e mamma Gianna hanno voluto ringraziare tutti quanti si sono uniti al loro dolore.