Il Tribunale del Riesame ha dichiarato inefficace il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Ragusa e ha disposto la restituzione dei due internet point sequestrati dai carabinieri, a Scicli, il 3 dicembre, ai danni di uno sciclitano di 30 anni. I due locali si trovano in piazza Mazzini e piazza Italia. Il dissequestro è stato disposto dai giudici del Riesame per via della mancata comunicazione, all’indagato, del decreto di fissazione di procedimento in camera di consiglio.
In pratica, i carabinieri non hanno notificato il documento al trentenne e, in sede di udienza dinanzi ai giudici del Riesame, il suo legale, l’avvocato Michele Savarese, lo ha fatto tempestivamente rilevare. Per tale motivazione, i giudici non hanno potuto fare altro che dichiarare inefficace il sequestro senza neppure entrare nel merito della fondatezza del ricorso. Secondo l’accusa, il trentenne avrebbe posto in essere una raccolta abusiva di scommesse senza le previste autorizzazioni e la concessione amministrativa rilasciata dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli.
La difesa ha ribadito, nel ricorso, che non si esercitava tale raccolta di scommesse. Riportando l’annotazione di polizia giudiziaria relativa al sopralluogo dei carabinieri, nel ricorso si spiega inoltre che nei locali sequestrati «non esistono giochi d’azzardo o altro». La difesa ha ribadito che gli avventori identificati dai militari dell’Arma al momento del sopralluogo non stavano ponendo in essere attività di scommessa. Secondo quanto riportato nel ricorso, si tratta, invece, di un normale internet point, con la prevista iscrizione alla Camera di Commercio, e non di un centro di raccolta di scommesse.
Per confermare questa tesi, nel ricorso presentato presentato dall’avvocato Savarese si legge: «Non sono stati trovati dai carabinieri, all’interno del locale o addosso agli avventori identificati, scontrini che possano certificare un contratto di scommessa». Il ricorso, come detto, non è stato comunque neppure preso in esame, per via della decisione dei giudici di dichiarare inefficace il decreto di sequestro per la mancata comunicazione all’indagato. Pertanto le due attività possono regolarmente proseguire.
[Fonte Giornale di Sicilia]