Calabrese: Cassì come Conte, mero esecutore di ordini

263
Immagine tratta dalla pagina fb di Ragusa Abbogghia

“Imbarazzante assistere alle finte dimissioni volontarie di un assessore designato dal sindaco Cassì per vincere le elezioni amministrative, presentando la faccia pulita della dottoressa Salamone. Dopo appena 5 mesi di amministrazione, la sostituzione di un assessore  equivale ad una dichiarazione di parziale fallimento del progetto politico che Cassì ha offerto alla città vincendo le elezioni”.

A dirlo è Giuseppe Calabrese, attuale segretario comunale del Pd, che dai democratici era stato candidato alla carica di primo cittadino durante le scorse elezioni amministrative a Ragusa. “La mossa operata da Cassì – afferma ora Calabrese – corrisponde alla peggiore scelta clientelare tipica della Prima Repubblica dove, a tavolino, si decideva prima come stare in campo, nascondendo alcuni prodotti politici che probabilmente avrebbero danneggiato la finta freschezza della proposta. Adesso il re è nudo. Una donna, una professionista viene sacrificata per fare posto a chi la politica clientelare la mastica senza tossire. Torniamo indietro di sei anni. La speranza del cambiamento cassiniano finisce qui. Il sindaco sconta la sua totale inesperienza e scopre adesso, purtroppo per lui, di essere stretto tra due soggetti politici disposti a tutto pur di comandare in città. Ci riferiamo a Barone, politico e uomo di Destra, che a cose fatte costringe Cassì a metterlo in Giunta, e a Iacono che, con un colpo di puro trasformismo politico, transita dall’essere un sinistroide estremo a uomo di Destra anch’egli, alleandosi con Fratelli d’Italia e buttando via, in un solo atto, tutto il suo rigore di politico di Sinistra legato a valori e principi fondanti di quella parte politica. Questa scenetta mi ricorda sempre più da vicino quello che accade a Roma. Salvini ministro, Dimaio ministro, entrambi a dettare le regole, i tempi e a menare le danze. Infine uno che si chiama Conte che svolge solo il ruolo di rappresentanza senza gestire minimamente idee, progetti e strategie politiche di governo. In sintesi un mero esecutore di ordini. La conclusione? Ragusa arretra e il sogno del cambiamento sfuma”.