Ecco la nota integrale della Questura:
La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha completato le indagini in ordine al reato di omicidio aggravato consumato a Ragusa in data 11.10.2018.
Dopo 24 ore, era stato eseguito il fermo di indiziato di delitto disposto dalla Procura della Repubblica di Ragusa a carico di Panascia Giuseppe nato a Ragusa il 28.08.1945, marito della vittima.
L’uomo è indagato per omicidio doloso, aggravato dal fatto di averlo commesso ai danni della moglie dalla quale era legalmente separato.
I FATTI
Giovedì 11 ottobre 2018, alle ore 20.00, il nipote convivente della vittima faceva rientro presso l’abitazione di Via G.B. Odierna 51 a Ragusa. Una volta aperta la porta di casa sul piano strada, saliva le scale ed accedeva in cucina dove abitualmente stava la nonna. Il giovane chiamava la nonna come ogni volta che tornava a casa ma questa volta non udiva la risposta. Sorpreso dalla mancata risposta cercava la nonna e la trovava riversa a terra in cucina priva di vita. Considerata la quantità di sangue presente capiva subito cosa fosse accaduto e contattava il numero di emergenza per richiedere l’invio di un’ambulanza. Il personale addetto alla gestione delle chiamate di emergenza, avendo intuito che poteva essere stato consumato un reato, invia l’ambulanza e la Squadra Volanti della Polizia di Stato.
In pochi secondi personale medico e poliziotti facevano accesso in casa. Il medico non poteva far altro che constatare il decesso poiché le lesioni della donna erano incompatibili con la vita.
Gli operatori di Polizia circoscrivevano la zona e chiedevano l’intervento della Squadra Mobile. Gli investigatori raggiungevano il luogo del delitto per l’avvio delle indagini. Il nipote indirizzava subito i poliziotti nella giusta direzione essendo a conoscenza che i nonni avevano un rapporto conflittuale da anni ed in particolar modo dopo la separazione legale intervenuta un anno fa.
Sul posto, dopo pochi minuti, interveniva il Pubblico Ministero dott.ssa Bisello Giulia, il medico legale e la Polizia Scientifica per i rilievi sulla scena del crimine.
Gli investigatori che hanno fatto accesso sul luogo del delitto hanno subito constatato l’efferatezza dell’assassino nel commettere il reato. L’accanimento sulla vittima era evidente ad occhio nudo ed è stato poi attestato in atti dal medico legale Dott. Iuvara Giuseppe in sede di ispezione cadaverica condotta unitamente alla Polizia Scientifica.
LA PRIMA FASE DI INDAGINI
La Squadra Mobile di Ragusa si divideva in più team di lavoro. Un gruppo di investigatori si occupava di ricercare le tracce elettroniche ed acquisire le immagini di videosorveglianza pubbliche e private. Grazie all’acquisizione di tutti i sistemi di videosorveglianza ed alla disponibilità dei proprietari di abitazioni private e strutture ricettive, i poliziotti sono riusciti a ricostruire tutti gli ingressi e conseguenti uscite di soggetti da casa della vittima e quindi dalla scena del crimine.
Nel contempo un altro team di poliziotti ascoltava presso gli uffici della Squadra Mobile i parenti, vicini di casa ed ogni altra persona che potesse fornire elementi utili alle indagini.
Dall’ascolto delle persone informate sui fatti era evidente che i due coniugi avevano da sempre un rapporto conflittuale e per questo la donna, circa un anno fa, chiedeva al marito di separarsi. Nonostante la separazione legale l’indagato continuava a frequentare l’abitazione coniugale come se nulla fosse cambiato, ad eccezione di andare a dormire dalla madre ogni notte. I rapporti erano sempre più conflittuali e qualche giorno fa l’anziana signora chiedeva al marito di non fare più accesso in casa e di pagare le quote mensili concordate in sede di separazione. L’uomo non aveva mai accettato la separazione e per questo motivo i litigi erano all’ordine del giorno. La donna si sfogava telefonicamente con i figli che vivono tutti lontano per motivi di lavoro tanto da essere abituati ai tristi racconti.
Oltre alle dichiarazioni rese dai familiari e dai loro sospetti sul padre, gli investigatori escludevano la rapina ai danni della donna poiché non vi era alcun segno di effrazione ed in casa i pochi soldi presenti nella borsa della vittima e nella disponibilità della stessa erano ancora li.
Dall’ascolto delle dichiarazioni dei vicini e delle persone che conoscevano la vittima emergeva che nessuno avrebbe mai potuto fare del male alla signora che da sempre era impegnata nel sociale aiutando i più bisognosi nonostante i suoi problemi di salute e le modeste condizioni economiche. Tutti descrivevano la vittima come una persona di ottime qualità morali e per questo nessuno le avrebbe voluto far del male ad eccezione del marito.
L’indagato è stato individuato dopo meno di 30 minuti dal rinvenimento del cadavere; personale della Squadra Mobile e della Squadra Volanti dopo aver appreso, nelle immediatezze, dei sospetti del nipote, si erano subito messi alla sua ricerca.
Fermato nei pressi di casa della madre, Panascia veniva condotto presso la Questura di Ragusa dove forniva prime dichiarazioni fuorvianti e non concordanti con quanto subito acclarato.
La Polizia Scientifica terminava il primo sopralluogo dopo ore di lavoro, ovvero alle prime luci dell’alba, fornendo importanti elementi ai colleghi della Squadra Mobile.
Nonostante le perquisizioni effettuate in ogni luogo nella disponibilità dell’indagato, l’arma del delitto (un oggetto contundente) non è stata ancora rinvenuta.
Dopo le prime attività investigative condotte dalla Squadra Mobile, il Pubblico Ministero dott.ssa Bisello, decideva di interrogare l’indagato che, assistito dal difensore, ha inteso rispondere alle domande rivoltegli.
All’esito delle dichiarazioni rese e dopo l’analisi di tutti i gravi indizi di colpevolezza raccolti, il Pubblico Ministero ha disposto questa notte il fermo del marito della vittima per omicidio doloso aggravato dal fatto che i due fossero legalmente separati.
LA SECONDA FASE DI INDAGINI
La ricerca ed analisi delle tracce del reato è durata settimane con più sopralluoghi sul luogo del delitto. Fondamentale il lavoro svolto dalla sezione biologia del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Palermo che ha prestato ausilio alla Polizia Scientifica di Ragusa ed alla Squadra Mobile.
I biologi sono riusciti ad esaltare alcune tracce latenti trovate sul veicolo ovvero delle piccole macchie di sangue non percettibili all’occhio umano. Sono stati utilizzati mezzi e tecnologie di altissimo livello, tali da fugare ogni dubbio su quanto repertato a bordo del veicolo utilizzato da Panascia per allontanarsi dal luogo del delitto.
Oltre alla sostanza ematica trovata a bordo del veicolo, le tracce di sangue repertate sugli indumenti indossati da Panascia al momento del fermo sono inequivocabili. L’uomo aveva dichiarato agli investigatori che le macchie fossero di cous cous, il suo piatto preferito e che di sicuro si era sporcato mentre cucinava nei giorni precedenti.
Nonostante la sua freddezza nel narrare queste vicende e la sua mancata confessione, gli investigatori non hanno mai smesso di indagare e sono stati premiati dai risultati conclusivi delle analisi di laboratorio.
Le indagini della Squadra Mobile e gli accertamenti tecnici della Polizia Scientifica hanno permesso di ricostruire, con una probabilità quasi pari alla certezza, la dinamica dei fatti reato accaduti.
L’uomo nel pomeriggio di giorno 11, dopo l’ennesima discussione con la moglie, ha iniziato a colpirla probabilmente mentre la vittima era di spalle seduta in cucina a guardare la televisione. Dopo i numerosi colpi inferti alla donna che ha tentato in tutti i modi di difendersi, l’uomo si è probabilmente cambiato d’abiti lasciando riversa a terra in una pozza di sangue l’ex moglie. Nonostante questo cambio d’abiti l’uomo si è sporcato di sangue i pantaloni la camicia e il maglione. Pochissimi elementi quasi impercettibili ad occhio nudo sugli indumenti ma notati dagli investigatori. La Squadra Mobile subito dopo il fermo del soggetto aveva provveduto a farlo spogliare e consegnare tutti gli indumenti, compresi gli effetti personali e le scarpe.
Questa scelta investigativa è risultata vincente poiché proprio sugli indumenti e nelle maglie dell’orologio sono state trovate tracce di sangue. Dopo aver consumato il delitto, Panascia usciva da casa per raggiungere la sua automobile e mentre saliva in auto lasciava altre tracce di sangue impercettibili ad occhio nudo, proprio sul tappetino del veicolo.
Nei laboratori della Polizia Scientifica oltre ad aver “esaltato” le tracce latenti, è stato possibile estrarre il DNA dai campioni di sangue repertati e compararli con il DNA dell’indagato e della vittima. Grazie a queste analisi è stato possibile attestare con assoluta certezza l’appartenenza della sostanza ematica tanto all’indagato quanto alla vittima.
Oltre a quanto già provato dalle telecamere ovvero la sua permanenza in casa nei minuti dove era stato consumato l’omicidio ed il suo allontanamento subito dopo a bordo della macchina, adesso ci sono le prove scientifiche effettuate dopo accurate e complesse analisi di laboratorio effettuate dalla Polizia Scientifica del Gabinetto Regionale di Palermo.
Alle attività di investigazioni hanno partecipato anche i colleghi della Polizia Scientifica di Catania esperti in ricerca tracce ed il reparto cinofili di Palermo esperto in ricerca tracce ematiche. Questi cani sono addestrati per ricercare ogni elemento riconducibile ad un essere umano. I cani poliziotto sono talmente abili da saper distinguere l’odore del sangue umano da quello di altri esseri viventi. Il loro apporto è stato fondamentale per ricercare cose e tracce pertinenti al reato nelle diverse abitazioni in uso all’indagato ed alla vittima.
La Squadra Mobile ha depositato un’informativa conclusiva sulle attività d’indagine portate e termine, elementi che saranno valutati prima dal Pubblico Ministero e poi dal Giudice competente.
“La Polizia di Stato di Ragusa ha concluso le attività d’indagine in ordine ad un efferato crimine commesso ai danni di una donna che voleva solo separarsi definitivamente dal marito. L’apporto tecnico della Polizia Scientifica è stato determinante per escludere ogni dubbio sulla responsabilità dell’indagato”.