Si sono conclusi poco fa, in Cattedrale, i funerali di Maria Zarba, uccisa barbaramente l’11 ottobre scorso.
L’addio commosso dei 4 figli, dei 5 nipoti di tutti i familiari e dell’intera comunità della Cattedrale.
Grande commozione per il ricordo della nipote: ““Ti salutiamo nonna, come facevi tu al telefono, sempre: ci dicevi non è un addio ma un arrivederci”.
Nell’omelia, don Paolo La Terra ha parlato così d Maria: “Una vita donata, vissuta, spesa per la famiglia e la comunità parrocchiale. Una catechista, un ministro straordinario dell’eucarestia, pronta a recepire e a darsi da fare per chi aveva tanto bisogno. Sono queste le cose che Maria porta davanti a Dio. Nulla di buono, bello, giusto, nobile e puro, cade nel dimenticatoio davanti a Dio”.
Riprendendo il brano del vangelo, con il grido di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi ha abbandonato?”, don Paolo ha detto: “In quel grido ci sta anche il grido di Maria, non era sola nella sua morte, è la stessa morte ingiusta che ha preso Cristo. Cambiano i chiodi ma nella ingiustizia e nella spietatezza – non sappiamo se per libertà o per follia – il grido di Maria è lo stesso grido di Gesù”.