Avere un sogno dall’età di 6 anni e trasformarlo in realtà, passo dopo passo, con impegno, sacrificio e passione.
È ciò che sta facendo Andrea Di Paola, giovane ragusano che ieri, all’Early Bird International Student Film Festival di Sofia, con il cortometraggio Daughterland, ha vinto il premio come miglior regia.
Come sei arrivato all’Early Bird International Student Film Festival?
Questo cortometraggio l’ho realizzato con un gruppo di colleghi della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano, in cui mi sono diplomato lo scorso luglio. Ai docenti dell’istituto era piaciuto molto e così lo hanno inviato a diversi festival internazionali. La scorsa settimana infatti, è stato presentato a Pechino e tra due sarà presentato a Mosca. Il festival in Bulgaria, giunto alla 14esima edizione, è ormai un’istituzione, nel quale gareggiano più di 100 film provenienti da tutto il mondo, divisi in varie categorie. E il nostro cortometraggio ha conquistato la giuria.
Di cosa parla Daughterland?
È la storia di un padre che non vede la figlia da tanti anni, quindi è come se non la conoscesse più. Va a Milano per ricontrarla e cerca un regalo con cui presentarsi, ma la scelta del dono è complicata perché ogni volta che pensa di aver trovato quello giusto si immagina una visione differente della figlia. E a far da sfondo a questo rapporto reso difficile dalla distanza e dall’incapacità che spesso si ha di comunicare con le persone a cui vogliamo più bene, c’è Milano. Una città che può sembrare caotica, dispersiva, che può alienare chi non è abituato a viverci.
Il tuo è un sogno che coltivi fin da bambino.
Esatto, già da piccolo avevo deciso che sarai diventato un regista. Poi, per alcune vicissitudini, stavo per accantonare quel sogno, finchè tre anni fa ho capito che sarei stato felice solo nel mondo cinematografico. Mi sono iscritto a uno degli istituti più prestigiosi in Italia ed ero già contento quando, tra tutte le richieste, per gli unici sei posti disponibili per il corso di regia, avevano selezionato me.
Hai investito tanto in questa passione, cosa è per te fare il regista?
È ciò che mi fa stare bene. Dietro una macchina da presa mi trovo a mio agio, è il mio mondo. È così che riesco a comunicare chi sono, come sono e a raccontare storie che possano parlare alle persone.
Adesso quali progetti futuri?
I festival riescono a dare molta visibilità e quindi vorrei cavalcare quest’onda. Ho già realizzato come assistente alla regia, un filmato per un noto marchio di alcolici che presto andrà in onda. E ho un altro lavoro in cantiere, che aspetta solo di vedere la luce.