La segreteria provinciale dell’Assostampa di Ragusa esprime “perplessità e stupore per la decisione del sindaco di Ragusa di affidare la delicata funzione della comunicazione istituzionale ad un collega giornalista a titolo gratuito”.
Il riferimento è alla notizia diramata dal Comune di Ragusa circa la collaborazione di un giornalista, Fabio Manenti, quale collaboratore del sindaco, Peppe Cassì, in materia di comunicazione, “per il miglioramento dell’efficienza della gestione politico-amministrativa, la comunicazione politica e le relative trasmissioni di informazioni al fine di consolidare il consenso ed avvicinare quanto più possibile la municipalità alla collettività amministrata stimolando il necessario confronto con i cittadini”.
Nulla di strano, se non fosse che l’incarico di Manenti, giornalista pubblicista, è a titolo gratuito.
“Non è ammissibile – afferma l’Assostampa – che vi siano ancora amministrazioni locali che propongano incarichi a titolo gratuito o con altre soluzioni fantasiose dal punto di vista amministrativo con il solo scopo di eludere le leggi, violando fra l’altro l’articolo 36 della Costituzione che stabilisce che ogni lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro.
Il Comune di Ragusa, ch’è stato antesignano in passato nell’applicazione della legge 150/2000 sulla comunicazione pubblica, fa una giravolta incredibile con questa determina sindacale che individua un giornalista, a titolo gratuito, nell’attività di supporto della comunicazione istituzionale, pur disponendo di un ufficio stampa estremamente professionalizzato. Sorprende che un Sindaco di un comune capoluogo intraprenda queste scorciatoie amministrative per avvalersi di professionisti della comunicazione. Invitiamo il sindaco Giuseppe Cassì a ritirare il suo provvedimento in modo da evitare anche la segnalazione all’Ordine dei Giornalisti del collega prescelto.
L’Assostampa è disponibile in tal senso a fornire tutti i tipi di assistenza legale e amministrativa necessari, ma non può accettare un incarico del genere che suona come una mortificazione professionale per tutta la categoria, oltre a violare le norme vigenti in materia di pubblico impiego e le linee guida stabilite dall’accordo tra Ordine dei giornalisti e Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) che escludono richieste di prestazioni a titolo gratuito”.