“I dati sul turismo in provincia di Ragusa diffusi negli ultimi giorni meriterebbero un approfondimento perché non siano sterili numeri utili solo a compiacere l’ego di qualcuno: la nostra percezione della realtà continua a essere molto lontana da quelle percentuali positive e bisognerebbe analizzarle nel migliore dei modi così da individuare le criticità di un territorio che, a nostro avviso, continua a faticare nel tentativo di affermarsi come meta turistica d’eccellenza”.
Lo dichiara il direttivo del Centro commerciale naturale Antica Ibla che intende avviare una riflessione diversa da quella nella quale si usano i freddi numeri. Il riferimento è alla nota di Federalberghi e Confcommercio.
“Siamo contenti, ovviamente, che i dati riferiscano di un incremento delle presenze turistiche nel nostro territorio. Tuttavia non possiamo fare a meno di notare che, nella stragrande maggioranza dei casi, almeno in riferimento alla nostra associazione che conta un’ottantina di consorziati, non incrementano di pari passo i fatturati delle aziende che operano nel settore turistico. E’ evidente che c’è uno scollamento tra i dati e la realtà dei fatti, soprattutto per quanto riguarda in particolare la città di Ragusa e, ancor più nello specifico, il quartiere di Ibla”.
“C’è da sottolineare, inoltre – continuano dal Ccn – che i dati diffusi sono parziali e non riguardano l’intero anno. Parzialità ancor più grave se si considera che, per quanto ci risulta, ci sono alcune strutture che non comunicano i propri dati all’Osservatorio regionale. Inoltre riteniamo che i numeri non possano essere comunicati senza un’analisi dettagliata che riguardi non solo le presenze e i pernottamenti, ma anche la capacità di spesa del turista “tipo” che arriva nel nostro territorio. Per far comprendere meglio cosa intendiamo facciamo un esempio pratico: una struttura alberghiera di categoria superiore che per raggiungere il risultato del ‘tutto esaurito’ ha necessità di abbassare il costo delle proprie camere molto al di sotto della propria categoria farà, sì, incrementare il numero di presenze, ma non riuscirà a ottenere risultati soddisfacenti dal punto di vista del profitto. Siamo convinti, invece, che la provincia di Ragusa, la città capoluogo e il nostro quartiere barocco abbiano tutte le carte in regola per puntare a un turismo di qualità, che non sia mordi e fuggi, e che i servizi non siano svenduti”.
“Bene è stato detto quando si afferma che molto c’è da fare – aggiungono dal Ccn – sia dal punto di vista delle infrastrutture che nella programmazione anche di eventi di rilievo e, soprattutto, per quanto concerne azioni di marketing territoriale. Tuttavia, la nostra impressione, è che la promozione del territorio attuata fino a questo momento sia stata svolta in modo scoordinato da qualsiasi tentativo di raggiungere una coralità di intenti”.
“Non possiamo condividere, dunque – dicono ancora da Antica Ibla – il tentativo di usare dei freddi numeri per mettere a tacere le lamentele volte a fare di più e meglio, numeri che hanno davvero poco significato se comparati poi al gettito economico che il turismo riesce a portare nel territorio. Avremmo apprezzato tutta un’altra impostazione, se i dati fossero stati accompagnati da alcuni interrogativi, per esempio rivolti a cercare di comprendere come mai a fronte delle (belle) percentuali con segno positivo permanevano le perplessità di tanti operatori del settore”.
“L’invito, per il futuro – concludono – è quello analizzare bene i segnali che provengono dalla base del settore e mettere in campo specifiche azioni comuni per ridurre al minimo la causa dei problemi o migliorare alcuni aspetti. Purtroppo, ad oggi, registriamo tutto un altro atteggiamento che davvero non riusciamo a condividere, quasi come se ci fosse qualcuno che in verità di azioni comuni ne vorrebbe ben poche”.