Indagati dopo manifestazione antifascista. Interviene Generazione zero

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Generazione Zero:

“Sono cinquanta le persone indagate dalla Digos in seguito alla protesta durante la manifestazione di Forza Nuova che si è tenuta il 7 gennaio a Ragusa. Tra questi: esponenti di associazioni antimafia, della sinistra, dell’Anpi, giornalisti che stavano documentando la manifestazione e attivisti di vari colori politici, uniti nell’esprimere pacificamente lo spirito antifascista.

Fin dalla sua fondazione l’Associazione Generazione Zero ha portato avanti con impegno e orgoglio una lotta a qualunque forma di fascismo, avvalendosi di strumenti democratici e civili e confidando nella trasparenza e nel buon senso delle Istituzioni. Manifestare contro una qualunque espressione politica che si avvicini, anche di poco, a connotati di natura fascista è nell’anima di Generazione Zero e lo sarà per sempre. L’antifascismo è un valore che donne e uomini difendono con forza ogni giorno, marciando e denunciando.

Simone Lo Presti, tesoriere dell’Associazione Generazione Zero e punto di riferimento del presidio di Libera Ragusa, figura tra le persone indagate per i fatti del 7 gennaio: “Concedere simili spazi a gruppi neofascisti è fuori da ogni logica costituzionale, oltretutto con il silenzio delle istituzioni democratiche della città, il Comune innanzitutto. Ma, ancora più grave, è che le denunce abbiano colpito anche dei giornalisti locali, presenti sui luoghi per documentare i fatti. Non so se sia un attacco alla libertà di stampa ed al diritto di cronaca, preferisco pensare si tratti di un errore. Se però così non fosse, sarebbe un problema che le istituzioni dovrebbero affrontare”.

La presenza di Simone Lo Presti nei luoghi delle manifestazioni è, oltretutto, giustificata dal fatto che stesse documentando quanto avveniva, in particolare con la registrazione di alcuni video.

Ecco il video dell’arrivo: https://www.facebook.com/gzeroweb/videos/1526705100743922/

Generazione Zero non può che esprimere con sgomento il proprio rammarico per quanto accaduto a Simone Lo Presti e alle altre quarantanove persone coinvolte. Ciò che è avvenuto rappresenta qualcosa di incomprensibile, nella misura in cui le spinte di stampo neofascista dovrebbero essere frenate non solo sul nostro territorio, ma in tutti i paesi democratici.

Il fascismo, nell’accezione più larga del termine, è una scelta politica che non può trovare spazio in un Paese che l’ha combattuto molti anni fa, con sacrificio e fatica, e che l’ha bandito con la Costituzione Italiana”.