Nella giornata di ieri è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Ragusa una coppia di milanesi, un uomo di anni 54 (con precedenti penali per truffa, furto, falso ed insolvenza fraudolenta) ed una donna di anni 39, per il reato di truffa in concorso ai danni di un ragusano, per non aver fatto pervenire l’autovettura, posta in vendita su un noto sito Internet, per la quale era stato pagato anticipatamente l’importo pattuito.
In particolare, l’attività di polizia giudiziaria prende avvio lo scorso luglio quando il cittadino ragusano presentava querela presso gli uffici della Polstrada evidenziando che aveva preso contatti, prima via Internet e poi telefonicamente, con un milanese per l’acquisto di una Renault al prezzo di 850 euro, comprese le spese per le formalità del passaggio di proprietà.
Dopo aver pattuito il prezzo, il milanese richiedeva un anticipo di euro 450 da pagare tramite ricarica di una postepay e la rimanente somma di euro 400 da versare con altra ricarica nel momento in cui egli avrebbe spedito l’auto, tramite un autotrasportatore.
Il venditore, per convincere il ragusano all’invio del denaro, attraverso WhatsApp, inviava copia dei suoi documenti e della vettura sostenendo di aver già consegnato il tutto ad una agenzia di disbrigo pratiche; ciò induceva il querelante ad effettuare la seconda ricarica.
Il milanese suggeriva quindi al cittadino ragusano di telefonare ad un autotrasportatore di sua conoscenza, per concordare il trasporto dell’auto, del quale forniva il cellulare.
Quest’ultimo, a sua volta, richiedeva una ricarica su altra carta poste pay di 150 euro per il trasporto dell’auto da Milano a Ragusa; tuttavia, al momento della concordata consegna il truffatore milanese, accampando la scusa che l’auto era guasta, non la consegnava all’autotrasportatore.
Il querelante, dopo aver tentato ancora invano di contattare telefonicamente il venditore presentava formale querela.
I successivi accertamenti svolti dalla Polizia Stradale di Ragusa presso il gestore del sito Internet, presso le Poste e presso i gestori di telefonia consentivano di accertare che i documenti utilizzati per l’attivazione della carta e per attivare una sim card, utilizzata per I contatti, erano intestati alla compagna del predetto; altra utenza, utilizzata per contatti, era intestata al citato milanese.
Dopo aver effettuato ulteriori verifiche sulla effettiva residenza e sui documenti dei due, emergeva che l’uomo era stato già denunciato per i reati di furto, truffa ed insolvenza fraudolenta e che, per non farsi rintracciare, aveva più volte cambiato residenza.
I due venivano quindi denunciati per il reato di truffa in concorso.