Maria Zarba è stata uccisa con una cieca violenza. La Polizia ha sentito diverse persone per tutta la notte, ma non c’è ancora nessun provvedimento.
Le operazioni del medico legale, Giuseppe Iuvara, alla presenza del pubblico ministero di turno Giulia Bisello, nella casa di via Giambattista Odierna 51 (poco sotto via San Vito), si sono concluse dopo la mezzanotte.
Chi l’ha uccisa? Perché? Sono gli interrogativi ai quali la Polizia dovrà dare una risposta. Al momento vige il massimo riserbo. Il questore, Salvatore La Rosa, informato costantemente sulle indagini condotte dalla Squadra Mobile e dalla Scientifica, si è limitato a dire che si tratta di “una morte violenta”.
Le uniche certezze, al momento, sono quelle sulla figura di Maria. Chi passava ieri sera da via San Vito, fermandosi a guardare cosa stesse accadendo, ripeteva all’unisono: “Era una donna buona, che faceva tanto per gli altri”.
Maria, che aveva 66 anni, era molto conosciuta nel quartiere della Cattedrale, ma anche tra chi frequentava la rettoria di San Michele, a due passi da casa sua.
“Amava Dio e i più poveri”, diceva un’anziana commossa. Ed era proprio così.
Agli ammalati portava la comunione, essendo un ministro straordinario dell’eucarestia.
Donava ciò che poteva ai più poveri. Il suo tempo, soprattutto, facendo volontariato alla San Vincenzo de’ Paoli. Non risparmiava fatiche, nonostante non avesse una salute di ‘ferro’, per aiutare gli altri e per partecipare alle attività della parrocchia.
Aveva quattro figli, che vivono fuori Ragusa e che in queste ore stanno rientrando in città dopo avere appreso la tragica notizia.
Il marito, ex tecnico di laboratorio al Liceo classico ‘Umberto I’ di Ragusa, è stato ascoltato insieme ad altre persone dalla Polizia. Per cercare di capire cosa sia accaduto intorno alle 20 di ieri, al primo piano di quell’abitazione del centro storico.
Ma, come detto, nel momento in cui scriviamo, non c’è ancora alcun provvedimento.
La salma, dopo l’ispezione cadaverica, è stata portata all’obitorio, dove verrà eseguita l’autopsia. Poi saranno celebrati i funerali.