Il Governatore Nello Musumeci grande protagonista, oggi, di un tour de force nel territorio ragusano, con tappe scandita da estrema puntualità. Arriva addirittura in anticipo il Presidente della Regione, accompagnato dall’assessore ai Lavori pubblici Falcone, tanto che molti sindaci e rappresentanti istituzionali sono costretti a rincorrerlo nella tabella di marcia che ha visto prima l’inaugurazione della bretella stradale per l’aeroporto di Comiso, poi una corsa verso l’impianto di compostaggio a Cava dei modicani, dove Musumeci si è rifiutato di tagliare il nastro: “Questa opera è stata già inaugurata dieci anni fa, non faccio un secondo taglio, una sceneggiata che evito ai cittadini siciliani ai quali dobbiamo piuttosto chiedere scusa per questo ritardo”.
Critiche sui ritardi delle opere pubbliche regionali anche per l’arteria stradale a servizio del Magliocco: “Inauguriamo questa arteria con gli occhi incerti fra il sorriso ed il rimpianto. Il sorriso perché si realizza una parte del sogno, il rimpianto perché ci son voluti dieci anni, un tempo assolutamente incompatibile con una società che ha bisogno di risultati non immediati ma in linea coi tempi e con la media italiana”.
Ed ancora, sempre sulle incompiute che riguardano il territorio ibleo, Musumeci ha parlato della Ragusa-Catania: “Quando il governo centrale vorrà avere la cortesia di ascoltarci, visto che abbiamo chiesto un incontro, capiremo se davvero vuole sostenere questa importante opera, come la vuole sostenere e con quali criteri. Per noi è un’opera fondamentale anche in funzione del futuro dell’aeroporto di Comiso”. Nessuna indiscrezione invece sull’attesa inaugurazione del Giovanni Paolo II: “Dell’ospedale di Ragusa parleremo il giorno dell’inaugurazione”.
Sul futuro delle province cosa può dirci? “Io vi direi tante belle cose, se dipendesse da me, perché soltanto un cialtrone più pensare che le Province siano inutili e addirittura dannose. Gli effetti della demonizzazione di questi enti sono sotto gli occhi di tutti. Intanto voglio porre fine alla gestione commissariale, entro l’anno faremo votare ma non se ne accorgerà nessuno perché voteranno solamente gli eletti dei Comuni, il popolo rimarrà a casa, alla faccia della democrazia. Pensiamo di far votare una delle domeniche di dicembre, se il parlamento voterà l’adeguamento alla norma necessaria perché si possa procedere alla elezione degli organismi previsti dalla Legge Del Rio, che a mio avviso è una legge folle”.
Altro argomento fondamentale, il futuro dell’aeroporto di Comiso: “L’aeroporto di Comiso dev’essere consolidato nella sua funzione di sistema con Catania ma ancora il sistema aeroportuale della Sicilia orientale non c’è, non lo vedo se non solo sulla carta. Non è possibile che in Sicilia ci siano sei aeroporti per altrettante società di gestione, abbiamo immaginato col governo una sola società per gestirli tutti, al massimo due società. Fare concorrenza fra lucertole ed elefanti è una follia, tutti possiamo diventare elefanti se entriamo in un sistema logico per cui Comiso può avere una funzione specifica differente da Catania, lo stesso vale per Palermo e Trapani. Noi ci stiamo lavorando, abbiamo aperto già un tavolo di concertazione anche con l’Enac. Gli aeroporti non si mantengono coi fondi pubblici, in tutto il mondo civile vivono grazie ai proventi delle attività economiche. Abbiamo sostenuto come Regione i piccoli aeroporti siciliani ma credo che adesso dobbiamo cambiare registro. Sarebbe bene che tutti gli aeroporti siciliani, sotto una buona governance, potessero essere messi sul mercato. Questo servirebbe a far decollare la Sicilia che invece in questi decenni è rimasta attonita, inerte e inerme di fronte alla straordinaria crescita dell’isola di Malta che ha un hub intercontinentale e ricordo che Malta, con tutto il rispetto per la repubblica maltese, è grande quanto una nostra provincia. Serve più coraggio, serve più intraprendenza, anche perché la Regione bancomat non c’è più”.