Un lungo e commosso applauso ha salutato Iacopo Palazzolo sulla gremita scalinata della chiesa di San Pietro mentre il feretro del ragazzo scendeva verso la macchina che lo ha accompagnato al cimitero cittadino dove è stato tumulato.
La città e il clero cittadino si sono stretti intorno alla famiglia del giovane per i funerali che si sono svolti questa mattina. “Quando sabato scorso è trapelata questa notizia che nel giro di pochi minuti è arrivata a tutti, i nostri cuori sono stati trapassati da un tragico evento che ci ha sconvolto tutti”, ha detto fra Antonello Abbate durante l’omelia. “Spesso non ci rendiamo conto di come sia difficile il lavoro della campagna. Ma Jacopo lo faceva con passione e con quel sorriso sempre sulle labbra che lo contraddistingueva. La domanda del perché sia capitato proprio ad un ragazzo così giovane nasce spontanea ma solo nella fede si può trovare risposta e consolazione” , ha continuato il sacerdote che poi, rivolgendosi alla famiglia ha detto: “Oggi è iniziata per voi una corsa verso l’altra vita. Il vostro legame con Jacopo vi mette già con un piede in paradiso di cui sarà lui ad aprirvi le porte”.
Tanti gli amici e i compagni di scuola, insieme ai professori e ai cugini che hanno preso la parola per ricordare il giovane 14enne deceduto sabato pomeriggio in seguito all’aggressione da parte di un bovino nell’azienda di famiglia in contrada Torre Cannata a Modica. Il ragazzo, come era solito fare, stava accompagnando gli animali verso la stalla, quando per una tragica fatalità, il bovino lo ha colpito più volte con la testa, scaraventandolo a terra inerme e senza sensi. Insospettiti dal mancato rientro del giovane, i genitori sono usciti a cercarlo facendo la tragica scoperta. Immediata la corsa in ospedale e i tentativi di salvargli la vita da parte dei medici, ma per il giovane non c’è stato nulla da fare. Tutti ne hanno voluto ricordare il sorriso che non lo lasciava mai. Un “gigante buono”, come lo hanno descritto, che dal suo un metro e ottanta di altezza proteggeva tutti.
Solare e determinato, sapeva giocare a calcio e studiare con la stessa passione come ha ricordato tra le lacrime una delle amiche più care: “Ci conosciamo da 11 anni. Siamo cresciuti insieme. Ci chiedevano sempre a scuola se eravamo fratello e sorella dato che abbiamo lo stesso cognome. Noi dicevamo di no ma sappiamo bene che per noi era come se lo fossimo. Oggi ci salutiamo ma io continuerò a vederti accanto a me per sempre. Continua a sorridere Jacopo e a proteggerci da lassù“. Anche il padre del giovane ha voluto ringraziare tutti presenti a nome del figlio, prima che tanti palloncini bianchi prendessero il volo verso di lui.