A Modica un commosso e creativo ricordo di don Pino Puglisi

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«La mafia pensava di ucciderlo, ma in Cristo Risorto don Pino è vivo!»: Modica è una testimonianza concreta di come sia vero quanto ha detto papa Francesco subito dopo la beatificazione di don Puglisi nel 2013.

A Modica, subito si è capito come fosse importante la testimonianza del martire palermitano, accorgendosi che contemporaneamente, nel 1990, a Palermo don Pino concretizzava il Padre nostro in un centro per strappare i bambini alla mafia e a Modica il Padre nostro ispirava una casa di accoglienza che poi prenderà nel 1997 il nome di don Puglisi. La Casa in questi anni è cresciuta ed ha conservato i tratti del nome che porta: un’accoglienza nella relazione forte ispirata e verificata ogni giorno dal Vangelo, uno stile di povertà e fiducia in Dio, una particolare attenzione ai giovani e alla loro vocazione al bene, una gemmazione che è diventata cammino di liberazione attraverso il lavoro nel laboratorio dolciario e nella focacceria, una presenza nella periferia attraverso il cantiere educativo Crisci ranni, grandi processi educativi come il “presepe della città” e il rito “Crisci ranni” che ogni anno interessano più di 3.000 bambini di tutte le scuole di Modica e le loro famiglie oltre che centinaia di giovani della scuola media superiore. Quest’anno anche uno straordinario grest con il motto di Martin Luther King “I have a dream”, che ha coinvolto 100 giovani e 250 bambini ed è stato sigillato da un’esperienza di servizio a Scampia … una “particolare” gita che ha generato tanta gioia e che ha sorpreso per l’impegno generoso quanti operano nel difficile quartiere (grande come una città) di Napoli. La motivazione: si avvertiva l’intento educativo!

Ecco, sarà questo il sostanziale ricordo di don Puglisi a Modica per un don Puglisi vivo: ravvivare una cura educativa, tanto semplice quanto appassionata, che trova la sua ispirazione in una persona come don Pino che, quando un bambino gli chiese cosa fosse per lui l’amore, rispose «Siete voi!». E a Modica il primo semplice gesto è stato una commossa lettera di gratitudine a don Pino partita da Crisci ranni in cui si legge: «La tua nascita al cielo ha alimentato i nostri sogni quaggiù. Un castello trasformato in una casa dà inizio alla nostra storia, decine di persone hanno abitato la nostra casa che dal 1997 è dedicata a te. Ci hai insegnato che osare rischiando di perdere tutto porta guadagno per l’eternità: ci abbiamo creduto proprio otto anni fa, quando si è deciso di aprire le porte della Casa, che dal ‘97 porta il tuo nome, alla città. Si è scelto il quartiere Vignazza, un luogo apparentemente anonimo e privo di spunti: è proprio qui che si è deciso di puntare in alto partendo dai bambini al grido “Crisci Ranni”». Non per niente il tema che Casa don Puglisi e Crisci ranni propongono per quest’anno alle scuole, invitate ai cammini educativi per il “presepe della città” e la festa “Crisci ranni”, sarà “I sogni colorano la notte”. Darà inizio all’anno, tutto dedicato a don Puglisi, la veglia di preghiera al Monastero delle Benedettine alle 21 di venerdì 14 settembre e l’incontro – testimonianza con Suor Carolina Iavazzo, che ha collaborato con don Puglisi nei tre anni di Brancaccio, alle 19 di mercoledì 26 settembre all’auditorium Pietro Floridia di Piazza Matteotti. Un ricordo commosso e creativo per un prete che aiutava a crescere “a testa alta”, affrontando l’inferno di Brancaccio ma annunciando – con la sua vita, il suo impegno educativo, il suo martirio – che il Paradiso c’è e che sempre inizia con un sorriso!