Da Modica al Giappone. La straordinaria esperienza di Ferdinando Romano

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Ferdinando Romano è un ragazzo di diciassette anni con un’immensa voglia di ampliare i propri orizzonti, conoscere culture diverse e vivere nuove esperienze e avventure. Per questo lo scorso anno ha deciso di vivere un’esperienza affascinante: andare in Giappone, alloggiare da una famiglia del luogo e frequentare la scuola giapponese.

E cosi, grazie al Rotary International, ha vissuto un’esperienza di gemellaggio a casa di un altro rotariano vicino Tokyo, precisamente a Yachiyo. E dal liceo scientifico di Modica si è trovato a frequentare il Chiba Eiwa High School, l’equivalente del nostro liceo linguistico.

Un’esperienza rara, che noi abbiamo voluto farci raccontare da lui.

Ferdinando, come è stato vivere per un anno in Giappone?

Un’esperienza difficile da descrivere a parole: è stata intensa, ricca di nuovi stimoli e scoperte. Quando ti trovi in un Paese così diverso, sei sempre concentrato per non lasciarti sfuggire nessuna delle cose belle che può offrirti. Dalle esperienze di vita quotidiana, agli eventi culturali, perfino la logistica. Vivi ogni giorno come una continua scoperta.

E la scuola in Giappone, come viene vissuta?

Intanto c’è da dire che la scuola in Giappone inizia ad aprile e finisce a marzo. Loro la equiparano a un lavoro. Hanno lezioni dalle 8e30 del mattino alle 16e30. Oltre alle lezioni, a scuola gli studenti fanno parte di tanti club: di scrittura, di recitazione, di inglese. E poi sono molto sportivi. La vita di uno studente giapponese si svolge praticamente tutta dentro la scuola.

E invece, come è stata l’esperienza all’interno delle famiglia del Sol Levante?

I giapponesi presentano ai turisti solo le cose più belle, se invece sei loro ospite ti trattano come uno di famiglia, aprendoti completamente il loro mondo. E lì che impari a conoscerli davvero. Sono persone estremamente rispettose, grandi lavoratori, molto ligi al dovere. E questo si rispecchia anche nella vita familiare.

Qualche aneddoto di questo anno trascorso con loro?

Ce ne sarebbero tanti. Ricordo che una volta ho chiesto cosa pensavano degli italiani e loro mi hanno risposto che sono tutti amanti del vino, che mangiano solo pasta e che sono dei Don Giovanni.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Ha cambiato totalmente il mio punto di vista. Fuori cogli tanti dettagli, tante cose diverse che poi ti fanno guardare con occhi differenti anche il posto dove hai sempre vissuto. Ti fai tante domande e cerchi le risposte. Come ho detto ai soci Rotary prima della partenza io non sono partito solo per me stesso. Sono partito per Modica, per la provincia, per la Sicilia e per l’Italia. E infine anche per me. Le mie esperienze non devono servire solo alla mia crescita, ma alla collettività.

Adesso, quali sono i tuoi progetti futuri?

Mi piacerebbe studiare Legge o Economia, magari all’estero, ma poi comunque tornare in Italia. Per me è fondamentale non dimenticare mai da dove si proviene, le nostre tradizioni, la nostra cultura. E per finire vorrei ringraziare tanto i miei genitori, senza di loro non avrei mai potuto vivere questo strepitoso anno.