La linea e gli insegnamenti del beato Padre Pino Puglisi per costruire una società e una Chiesa migliori. All’indomani della diffusione del documento “Convertitevi” da parte della Conferenza episcopale siciliana, il vescovo di Ragusa monsignor Carmelo Cuttitta, in una intervista rilasciata a Radio Karis, rilancia l’appello alla conversione, sottolinea l’impegno educativo della Chiesa davanti al fenomeno della mafia, ribadisce l’inconciliabilità tra la fede e qualsiasi atteggiamento di prevaricazione e invita a purificare la religiosità popolare.
«Rinnoviamo – afferma monsignor Cuttitta – l’appello alla conversione. La Chiesa non condanna e si augura che nel cuore e nell’animo dei mafiosi ci sia un movimento che si orienta verso il cambiamento di vita». Anche la Chiesa di Ragusa vuole fare suo «l’impegno educativo attraverso il quale il beato Pino Puglisi voleva creare una mentalità virtuosa per abbandonare la via della violenza, dell’odio, delle ripicche, per vivere nella dimensione della fraternità. Le nostre parrocchie – invita il vescovo – siano luoghi inclusivi anche per quelle persone non predisposte a vivere la vita cristiana».
Lo spartiacque però è chiaro, così come sottolineato nel documento dei vescovi di Sicilia. La mafia è peccato ed è inconciliabile con la fede. «Non si possono mettere insieme – aggiunge il vescovo – malaffare, orrore, uccisioni con la fede o la devozione. Non è possibile. Non si può andare in processione e poi curare il malaffare; non si può manifestare devozione a Gesù, alla Vergine Maria e ai nostri santi patroni e poi agire come se nulla fosse successo».
Da qui anche l’appello e l’impegno a una «purificazione della nostra religiosità popolare che troppo spesso scantona. Non è più devozione popolare ma esteriorità. Si spendono tantissimi soldi in manifestazioni esteriori, in giochi pirotecnici. Voglio sperare che i comitati si sappiano prendere cura anche di una comunità che svolge il servizio di accoglienza, di una mensa, di una struttura che offre un alloggio a chi non lo ha».
La comunità ecclesiale di Ragusa non si sottrae all’impegno e all’azione educativa e monsignor Cuttitta ne ha chiaro l’orizzonte. «Mi auguro – auspica – si possa realizzare un clima di collaborazione, una sinergia tra le forze che educano per aiutare i bambini e i ragazzi a comprendere che alcuni atteggiamenti, come gli atti di bullismo, non si possono tollerare e che chiunque voglia essere rispettato deve rispettare gli altri, mettendo fine a ogni forma di aggressione fisica e verbale. Anche sconfinare in un terreno altrui e raccogliere e rubare i prodotti non può essere accettato. Dobbiamo cominciare dalle piccole cose e creare uno stile di vita che sia sereno, legato all’onestà, contagiando tutti in modo positivo».