Alessandro Sittinieri: “Sicurezza al reparto di Psichiatria dell’Ompa”  

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La voce sicurezza, a mio avviso, va declinata in ogni ambito che coinvolge la città e i suoi cittadini. È un impegno oggettivo su cui si deve andare avanti senza compromesso alcuno e su cui impegnare la prossima amministrazione e il prossimo consiglio comunale di Ragusa”.

Così il candidato al consiglio comunale in quota Fratelli d’Italia, Alessandro Sittinieri, che dopo essere intervenuto in materia di telesorveglianza cittadina, prende spunto dal recente episodio verificatosi al reparto Spdc (servizio psichiatrico di diagnosi e cura) all’Ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa Ibla, per intervenire sulla questione sicurezza all’interno di un’unità di sanità pubblica.

Non più tardi di qualche giorno fa un paziente del reparto di psichiatria, andato in escandescenze, avrebbe avuto facile accesso agli uffici, devastando suppellettili varie e coinvolgendo anche un operatore sanitario intervenuto per bloccarlo, che ha poi rimediato contusioni giudicate, per fortuna, guaribili in pochi giorni.

Comprendo – ha argomentato Sittinieri – la delicatezza del reparto in cui si è consumato questo incidente, che non risulta certo il primo, ecco perchè un’attenta riflessione va fatta. Sull’accaduto si è registrato l’intervento delle sigle sindacali, a cui aggiungo il mio. Un luogo di lavoro deve essere sicuro a 360°, a maggior ragione se si tratta di una struttura sanitaria e in particolare all’interno del reparto Spdc. Non si può trattare tale reparto come tutti gli altri e l’accortezza nel preventivare sistemi adeguati di sicurezza per i pazienti e per gli operatori sanitari è un requisito fondamentale. Su questo punto sarà mia cura promuovere un incontro con gli operatori sanitari del reparto del Paternò Arezzo, alla presenza dei rappresentanti sindacali e rsu aziendali, per raccogliere i disagi ed immaginare probabili soluzioni da inoltrare all’attenzione dell’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza.

Nel terzo millennio – ha concluso Sittinieri – non è possibile mettere la testa sotto la sabbia e non vedere il malessere che dipendenti sanitari giornalmente vivono e su cui è giusto trovare soluzioni”.