La storia di Giulio Lo Magro e del suo ritorno in terra iblea dopo 40 anni appassiona il pubblico ragusano. Due le proiezioni sold out con le quali, domenica scorsa al cineteatro Don Bosco di Ragusa, è stato presentato “Il male necessario”, il film che riporta sulle scene, 5 anni dopo Revòlver, i registi Salvatore Dipasquale e Salvatore Provenzale.
Da Milano a Ragusa il viaggio di sola andata del noto criminologo, figlio di Antonio Lo Magro, giornalista d’inchiesta barbaramente assassinato insieme alla moglie negli anni ’70. Un blitz spietato, davanti agli occhi del piccolo Giulio, alias Diego Migliore, impietrito sul sedile posteriore della vettura sulla quale viaggiavano i genitori, in quella drammatica ultima notte finita nel sangue.
“Il male necessario” è un thriller psicologico che indaga le trame dell’anima e della psiche umana, una storia che riporta alla memoria vicende drammatiche realmente avvenute, con protagonisti grandi nomi del giornalismo italiano e nostrano caduti sotto i colpi di chi non aveva intenzione di farli arrivare alla verità. A dare un volto a Giulio Lo Magro è l’attore Danilo Schininà, autore di cortometraggi e spettacoli teatrali, di spot e video inchieste, e che nel suo curriculum vanta importanti collaborazioni con l’amico – maestro Marcello Perracchio, valore aggiunto e indiscutibile di questa pellicola. La sua straordinaria interpretazione del magistrato Guglielmo Spadaro tiene incollati allo schermo e regala profondità alla narrazione con semplicità e carisma, come solo i grandi sanno fare.
E poi Salvo Giorgio nei panni di Antonio Lo Magro. Il mondo del giornalismo e quello della storia spesso si intrecciano inestricabilmente e lui, profondo conoscitore di entrambi, questo personaggio sembra averlo cucito addosso. Dal giornalismo di ieri a quello di oggi, che ha il volto di Carmen Frasca, tenace e attenta, forte abbastanza da non tirarsi indietro quando capisce di avere tra le mani una storia che scotta, di quelle che meritano una degna conclusione e di essere raccontate bene. Tutto il cast, comunque, in buona parte ibleo, merita una menzione per l’impegno profuso e il modo in cui ha sposato questo progetto, le cui basi sono state gettate 4 anni fa.
Ragusa, ancora una volta, si rivela un set cinematografico naturale che, con le sue vallate e i suoi vicoli barocchi, affascina e conquista. Di giorno è fatta di campi baciati dal sole, ma è di notte che dà il meglio di sé, lasciandosi scoprire e raccontare dalla fotografia di Angelo Giglio. Mai troppo, però, gelosa custode della sua eterna bellezza.
“E’ stato un lavoro lungo e non semplice – spiegano i registi Provenzale e Dipasquale – che ci ha tenuto impegnati per oltre un anno e mezzo. Più che l’effettiva realizzazione, ci hanno rallentato i molti ostacoli trovati lungo il cammino, ma la voglia di raccontare questa storia e di portare nelle sale l’idea che avevamo nelle nostre menti è stata più forte e ha vinto su tutto. Oggi non possiamo che ringraziare tutti coloro che ci hanno creduto e si sono impegnati insieme a noi, e le tantissime persone che domenica ci hanno onorato della loro presenza e dei loro attestati di stima. In questi giorni, inoltre, il pensiero non può che andare al maestro Perracchio: lavorare con lui è stata un’esperienza umana e professionale che porteremo sempre con noi. Riscrivere il finale senza di lui non è stato facile, ci siamo interrogati a lungo su come rispettare la nostra trama senza toccare il suo personaggio, e alla fine speriamo di esserci riusciti, lasciando lo spettatore libero nella sua interpretazione”.
Il film è adesso pronto per entrare nel circuito dei festival nazionali ed esteri, ma nel frattempo il prossimo appuntamento, assolutamente da non perdere, è per venerdì 20 aprile al cinema Lumiere di Ragusa. Due le proiezioni: alle ore 20 e alle 22. Prenotazioni e info al 3884382605 o via mail su [email protected]