“Qualcuno mi ha chiesto se la nostra lista si chiamasse Modica 2038 per un errore di battitura: è forse il segno che abbiamo perso la capacità di guardare al futuro? Noi l’abbiamo chiamata così proprio per questo: per render chiaro che il nostro progetto riguarda la città dei prossimi vent’anni e non solo quella dei prossimi venti giorni”. Salvatore Poidomani ha aperto così, stamattina al Nuovo Cinema Aurora, il proprio cantiere per condividere il programma elettorale e completarlo con le idee dei numerosissimi cittadini – professionisti, imprenditori, giovani, intellettuali – che hanno scelto di partecipare: “Nel nostro logo – ha detto ancora Poidomani – ci sono non a caso un cannocchiale e le stelle: la capacità di guardare lontano e quella di sognare una città all’altezza delle ambizioni che merita. Oggi parliamo al cuore di chi non si accontenta di un orizzonte troppo stretto, come quello di questi ultimi anni”.
L’innovazione, la creazione di un ufficio dedicato alla progettazione per i bandi europei, la mobilità sostenibile, una gestione dei rifiuti all’avanguardia, ma soprattutto una visione culturale e turistica della città, un progetto organico per la riqualificazione dei centri storici e delle campagne sono stati solo alcuni dei tanti argomenti affrontanti durante il confronto schietto e aperto con tutti gli intervenuti. “Si fa un gran parlare di turismo, ma davvero la nostra città è pronta ad essere davvero una città turistica?”, ha detto Poidomani, mostrando provocatoriamente al pubblico le immagini di degrado di alcuni ingressi della città e di interi quartieri abbandonati a pochi passi dai monumenti Unesco: “La verità è che in questi anni il centro storico è stato abbandonato a se stesso, con interi quartieri, da San Paolo a Sant’Andrea, che stanno cadendo a pezzi e che invece potrebbero rappresentare il cuore del nostro futuro urbanistico, economico, turistico, producendo opportunità, lavoro, ricchezza e soprattutto bellezza”.
E strettamente collegato a questo: “Non vogliamo perder troppo tempo ad andar contro l’attuale amministrazione, ma è da queste cose, da questa visione, che comincia il nostro esserle alternativi. Molti considerano che il sindaco Abbate sia stato per lo più un buon assessore alle manutenzioni, ma io dico che non è stato nemmeno questo, se guardiamo bene in che stato sono ridotte queste zone”.
Anche per questo Poidomani ha spiegato di voler anteporre un punto essenziale alla realizzazione di ogni progetto, ovvero il ripristino di un vero senso di cittadinanza, attraverso una relazione sana con le istituzioni: “Mi rivolgo ai sogni e alla responsabilità di ognuno di voi, perché è di questo che la città ha bisogno per crescere: giovani che abbiano il desiderio di tornare e di scommettere sulla possibilità di vivere e lavorare nel luogo in cui sono nati, imprenditori che vogliano fare investimenti. Per far questo è importante ripristinare il senso di fiducia nelle istituzioni, cominciando col far sì che il Comune sia un luogo di tutti e possa essere condotto con trasparenza”.
Un concetto chiave, ripreso in quasi tutti gli interventi, a cominciare da quello del segretario del Pd Giovanni Spadaro, che ha parlato della “necessità di ripristinare la normalità nell’Amministrazione della città, normalità che passa innanzitutto dalla costruzione di un lavoro di squadra e non di un uomo solo al comando”, da quello del segretario di Mdp Antonio Ruta che parlato di “un rischio attuale di grave implosione democratica” e da quello dell’ex sindaco Antonello Buscema, che ha ricordato: “Siamo vicini alla situazione di dieci anni fa, quando in città si percepiva un clima di forte condizionamento. La nostra vittoria, allora, rappresentò per molti la possibilità di essere liberi: liberi fors’anche di esprimere un dissenso. E una cosa ancor più importante: il coinvolgimento della comunità, delle persone, l’unica cosa che consente a un sindaco di fare cose per le quali nessuno stanziamento di bilancio sarebbe sufficiente”.
“Nei giorni che vengono completeremo le liste”, ha concluso Poidomani: “Per questo voglio lanciare un ultimo invito a coloro che da questo modo di intendere la politica e la vita democratica si sentono rappresentati: non basta più la sola adesione, non basta l’impegno, è arrivato il momento di metterci la faccia, di metterci tutti a disposizione della città che vogliamo”.