Ricchi e poveri, negli Iblei in 2.400 possiedono il 40% della ricchezza totale

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Povertà in aumento

Un territorio che invecchia, dove si nasce sempre meno. Un territorio di immigrazione e di emigrazione. Un territorio con sofferenze nelle relazioni familiari, un territorio che sta conoscendo la crisi del lavoro. Relativamente ricco, ma dove la ricchezza è mal distribuita. Dove purtroppo le ricchezza viene anche dilapidata. È il quadro che viene fuori dall’annuale rapporto dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse della diocesi di Ragusa, presentato questo pomeriggio al Vescovado. Il rapporto è preceduto da un’analisi che riguarda i comuni della diocesi, prendendo in esame alcuni parametri.

Un dato fa riflettere molto. Dall’esame delle dichiarazioni risulta infatti che le 2.400 persone più ricche possiedono il 40% della ricchezza totale. L’un per cento dei più ricchi contribuenti guadagna 25 volte di più rispetto ai più poveri. “Per fare un esempio pratico – si legge nel rapporto – basta dire che sul nostro territorio ci sono 259 contribuenti che dichiarano di guadagnare oltre 20.000 euro al mese a fronte di 63.000 contribuenti che ne dichiarano 800 al mese”.

Il rapporto guarda alle povertà, ma anche alle risorse e alle attività che la diocesi, in tutte le sue componenti, mette in campo a servizio di chi ha bisogno. La casa di accoglienza ‘Io sono con te’ di Comiso, in sei anni ha ospitato 104 persone, compresi 40 minori al seguito delle rispettive madri. Il 75% donne italiane, soprattutto per interventi di lungo periodo, mentre per le donne straniere si è trattato spesso di accoglienza di breve periodo. Su 80 persone senza dimora, nella sola Ragusa, ben 49 hanno meno di 30 anni.

Il progetto di housing first ha preso in carico 95 persone, 23 di queste sono minori. Quasi la metà di queste 95 persone erano a rischio sfratto, 34 non avevano un tetto. Un focus anche sul progetto ‘Presidio’, a Marina di Acate, in favore dei tanti cittadini stranieri che lavorano in condizioni spesso disumane tra le serre della fascia trasformata. Quasi il 50 per cento delle persone aiutate (in totale 420) è di origine rumena. Un bellissimo progetto, negli stessi luoghi, riguarda i minori. Quasi un centinaio quelli aiutati, per 20-25 di loro è stato realizzato anche un laboratorio teatrale al quale, lo scorso anno, ha contribuito anche il cantante Lorenzo Licitra.

Attraverso la rete dei centri d’ascolto cittadini e parrocchiali sono state seguite 800 famiglie, per un totale di circa 3.000 persone. Nel 65% dei casi si tratta di italiani. In totale sono stati erogati, per alimentari, bombole, medicine, istruzione, poco meno di 170mila euro. L’otto per cento in meno dello scorso anno. Il ristoro San Francesco ha offerto 11.035 pasti (3.219 in sala e 7.816 d’asporto), con una media di utenze di cento unità. Nel 2017 il Prestito della Speranza è stato chiesto da 38 famiglie. Solo 10 di queste richieste di prestito sono state inoltrate alla Banca. I prestiti concessi (con una istruttoria che prevede 4 tappe), sono stati 6. Il 2017 ha rappresentato l’anno chiusura dei primi prestiti della speranza concessi nel 2011. In quell’anno furono erogati 8 prestiti della speranza. Di questi 7 sono stati tutti chiusi con la regolare restituzione ed 1 invece è andato in sofferenza.

Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo, attraverso il progetto ‘Costruiamo saperi’ sono stati attivati 21 tirocini formativi. Grazie al progetto sono nate due cooperative: Seminamondo e Rinart.