Arti marziali, il modicano Solarino campione europeo di K1

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Esattamente un anno dopo la conquista del titolo italiano di K1, il modicano Mattia Solarino diventa anche campione europeo nei 70 Kg per questa particolare disciplina che incrocia alcune caratteristiche di kick boxing e muay thai. La sfida che gli ha consentito di conquistarsi il titolo si è giocata sabato scorso all’Hurricane Club di Boffalora sopra Ticino, vicino Milano, contro Giorgi Bazanov, austriaco di origini georgiane, che si è rivelato un avversario davvero temibile per il giovane Mattia, che tuttavia è riuscito a sconfiggerlo – battendolo per ko già alla quarta ripresa sulle cinque previste – grazie al lungo percorso di preparazione fatto per arrivare a questa gara.

Dopo aver cominciato a Modica con il maestro Enzo Savarino, dal 2015 Mattia si è trasferito a Milano per andare a prepararsi nella stessa palestra che allena Giorgio e Armen Petrosyan, la talentuosa coppia di fratelli armeni fuoriclasse delle arti marziali. Proprio loro hanno organizzato questa sfida, nell’ambito di “Aspettando Petrosyan Mania”, scommettendo sul talento modicano, che oggi ha 23 anni e per prepararsi ha dovuto sottoporsi anche ad una durissima dieta, dal momento che appena un anno fa aveva combattuto nei 73 Kg e non nei 70 come adesso. “Ho deciso di provare la contesa per il titolo europeo – spiega Mattia -, dopo un anno molto intenso per me, pieno di molti match grazie ai quali credo che il mio livello si sia alzato in modo significativo. Per questo ho chiesto il permesso alla Fight1, la federazione a cui sono iscritto e per cui mi sono giocato l’anno scorso il titolo italiano, poi difeso a maggio, e ho scelto la federazione WKU, che per questa sfida ci ha sottoposto una serie di nomi dei miei possibili avversari, tra cui è stato poi scelto Giorgi Bazanov. Un avversario che non ho scelto io, dunque, e che sin dal primo momento ha dimostrato di essere particolarmente ostico, innanzitutto per il suo stile di combattimento molto particolare, tutt’altro che abituale, e poi per la sua notevole esperienza, di sicuro molto superiore alla mia, con 43 match giocati da professionista, anche in circuiti internazionali, contro i miei 14”. Sulla carta, insomma, Mattia non era certo il favorito: “Ma ho studiato molto – spiega – ho studiato il suo metodo di combattimento, mi  sono allenato e preparato molto. La prima soddisfazione è stata quella di essere arrivato alla gara pronto per combattere ad armi pari, la seconda, naturalmente, quella di avercela fatta”.

[Fonte La Sicilia]